La Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), Privacy International e Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights hanno scritto al Ministro per lo Sviluppo Economico (MiSE) chiedendo garanzie e interventi urgenti dopo i rapporti secondo cui un'azienda è stata autorizzata ad esportare un sistema di sorveglianza su internet ad un ente governativo ombra in Egitto.

L'azienda in questione è Area SpA, che sarebbe stata perquisita dalle forze dell'ordine italiane per aver aiutato il governo siriano a realizzare il suo ambizioso progetto di sorveglianza per monitorare le infrastrutture per le comunicazioni del paese.

Minacce alla società civile egiziana

Negli ultimi mesi c'è stato un giro di vite sulla manifestazione del legittimo dissenso, sulla libertà di espressione e più in generale sulle possibilità dei difensori dei diritti umani di operare il Egitto. Vari organismi indipendenti esperti nella tutela dei diritti umani dell'ONU, tra cui l'inviato speciale ONU sulla libertà di espressione, di assemblea pacifica e di associazione, difensori dei diritti umani e l'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, hanno espresso serie preoccupazioni riguardo il deterioramento dei diritti umani nel paese.

Il 10 marzo 2016 il Parlamento Europeo aveva approvato una risoluzione in cui chiedeva “la sospensione di qualunque forma di cooperazione sulla sicurezza con le autorità egiziane” tenuto conto del recente contesto di violazioni di diritti umani, tra cui la tortura, le morti in carcere e le sparizioni forzate in tutto il paese, mentre il Consiglio dell'UE nel 2013 aveva dichiarato che “anche gli Stati Membri concordano sul sospendere le licenze di esportazione in Egitto di qualunque bene che potrebbe essere usato per la repressione interna.”

Nel giugno 2016 un rapporto pubblicato dalla Stampa dichiarava che Area SpA aveva ottenuto una licenza di esportazione da parte delle autorità italiane dei controlli doganali per esportare apparecchiature di sorveglianza internet al Technical Research Department (TRD) in Egitto. Come scriveva La Stampa, il sistema di sorveglianza inizialmente era stato commissionato da Alkan Communication e Information Technology, un'azienda con sede al Cairo che fa da intermediario con TRD, una sezione dell'apparato di intelligence egiziano.

Il sistema di sorveglianza esportato può raccogliere, immagazzinare e analizzare informazioni su un gran numero di persone, spesso senza tener conto del fatto che siano indagate o meno. Nei paesi con uno stato di diritto debole e sotto il controllo di un governo autoritario, questi sistemi violano il diritto alla privacy e rappresentano una grande minaccia per la privacy e altri diritti umani.

Le nostre richieste

Nella nostra lettera, inviata al MiSE oltre che a comitati e parlamentari interessati, sosteniamo che l'esportazione di un sistema di sorveglianza delle comunicazioni IP network al TRD rappresenta un evidente rischio per i diritti umani.

PI, CILD e il braccio italiano di Transparency International avevano scritto al MiSE già a luglio 2015, dopo che un'altra azienda di sorveglianza italiana, Hacking Team, era stata trovata ad esportare software hacking in tutto il mondo, compresi numerosi paesi autoritari con denunce di gravi violazioni di diritti umani. Nella lettera, chiediamo con urgenza chiarimenti su come l'agenzia regoli l'esportazione dei sistemi di Hacking Team e se sta prestando una sufficiente attenzione alle obbligazioni in tema di diritti umani.

Da quando le disposizioni internazionali sono entrate in vigore in Italia a seguito dell'Accordo Wassenaar, nel gennaio 2015, al MiSE è stato chiesto di regolamentare il software di Hacking Team, ma è stata concessa alla società una licenza generale di esportazione che le consente di esportare in tutto il mondo semplicemente presentando dei rapporti periodici e rispettando alcuni requisiti di supervisione.

Considerate le informazioni disponibili sull'uso dei sistemi di sorveglianza di rete di comunicazione IP per le violazioni dei diritti umani e il deterioramento dei diritti umani in Egitto, chiediamo alle autorità di fornire con urgenza diverse garanzie, compreso se accettano l'accuratezza dei rapporti dettagliati sulla situazione dei diritti umani in Egitto e se effettuano sufficienti controlli prima di attribuire la licenza. PI e CILD hanno chiesto alle autorità di revocare la licenza considerate le preoccupazioni per i diritti umani.

La risposta del Ministero

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha prontamente risposto alla nostra lettera con una nota ufficiale in cui dichiara che l'autorizzazione è stata ri-esaminata e, a seguito del riesame, sospesa. Inoltre, ha specificato che nella prossima riunione della commissione consultiva l'autorizzazione sarà permanentemente revocata.

Apprezziamo lo sforzo del Ministero e terremo alta l'attenzione sul caso per verificare come si svolgeranno i prossimi eventi.