Technologie e Diritti

Un codice di condotta per controllare le ONG che salvano vite nel Mediterraneo

I rappresentanti europei hanno approvato un codice di condotta per le ONG impegnate nel Mediterraneo. Se un'ONG non rispetta le regole del codice, le sue navi potrebbero vedersi negato l'accesso nei porti italiani.

by Ilaria Giacomi
http://www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2017/07/12/migranti-amnesty-con-codice-per-ong-a-rischio-migliaia-di-vite/212126/

La proposta di un Codice di Condotta per le ONG impegnate nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo è stata presentata alle autorità europee e approvata dalla Commissione Europea e dall'agenzia Frontex, come modalità attraverso cui governare la presenza e il ruolo di tali organizzazioni.

Il codice prevede un elenco di regole che vanno attentamente osservate dalle ONG che lo sottoscrivono, condizione, questa, per continuare ad operare nel Mediterraneo. Il codice è stato presentato come uno strumento di tutela sia dei migranti che degli operatori. Le organizzazioni che non firmeranno il codice o non ne osserveranno le prescrizioni potranno vedersi negato l'accesso nei porti italiani.

Regole del Codice

  • E' assolutamente vietato per le ONG entrare nelle acque libiche. La prima regola deriva direttamente dalle accuse presentate contro alcune ONG di aver oltrepassato le acque nazionali; d'ora in poi la nave di un'ONG sarà autorizzata ad entrare in acque libiche solo in presenza di una palese situazione di grande pericolo per le vite umane.
  • Le ONG non devono spegnere i radar sulle loro navi.
  • Le ONG non devono fare telefonate o usare dispositivi di segnalazione luminosa per comunicare con le navi di migranti e agevolare i trafficanti nel far partire le barche dai porti.
  • Le ONG non devono trasportare le persone salvate su altre navi italiane o internazionali, a meno che non lo richieda una situazione di evidente emergenza. Come regola generale, le ONG che mettono in atto operazioni di salvataggio devono portare loro stesse i migranti nei porti più vicini, completando così le operazioni.
  • Le ONG non devono intralciare le operazioni di ricerca e salvataggio messe in atto dalla guardia costiera libica, siccome è un suo dovere e responsabilità controllare le acque nazionali.
  • Le ONG devono accogliere e ospitare sulle loro navi gli agenti della polizia giudiziaria che indagano sul traffico di esseri umani.
  • Le ONG devono dichiarare le loro fonti di finanziamento per ragioni di trasparenza.
  • Le ONG devono comunicare l'avvistamento delle imbarcazioni di migranti e le relative operazioni che intendono realizzare al Centro di Coordinamento di Salvataggio Marittimo del loro paese di origine, affinché sia informato delle attività delle ONG e garantisca la sicurezza marittima.
  • Le ONG devono essere in possesso in un certificato che le qualifica come idonee a svolgere attività di ricerca e salvataggio. Tale certificato deve essere fornito da organizzazioni riconosciute e istituzioni nazionali.
  • Le ONG devono cooperare con l'Autorità per la Sicurezza Pubblica del porto in cui sono dirette, presentando i documenti relativi alla situazione sanitaria dei migranti a bordo e le operazioni di salvataggio realizzate, in particolare il “rapporto sulla situazione sanitaria” e il “rapporto sulla situazione marittima”.
  • Le ONG devono comunicare all'Autorità di Polizia ogni tipo di informazione o prova che possa essere di qualche interesse nello sviluppo di eventuali indagini.

La reazione delle ONG

Sebbene tale codice abbia ottenuto l'avallo di vari rappresentanti dei paesi europei in quanto viene considerato una soluzione pratica contro i tanto temuti fattori di attrazione – secondo cui le ONG sarebbero responsabili dell'incremento dei flussi migratori per via della loro presenza nel Mediterraneo – alcune organizzazioni si sono dette fortemente contrarie ai contenuti del codice, che potrebbe ostacolare le operazioni di salvataggio e costituire una minaccia per le vite dei migranti.

Amnesty International e Human Rights Watch hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui sostengono che impedire alle ONG di avvicinarsi alle acque libiche, la zona più pericolosa per chi prova a raggiungere l'Europa, può causare migliaia di morti.

Un codice di condotta per le ONG impegnate nelle attività di ricerca e salvataggio potrebbe rendere tali attività più efficaci, ma non è il caso del codice presentato dalla autorità UE.

Al contrario, le associazioni per i diritti umani ritengono che questo codice potrebbe “intralciare le operazioni e ritardare di molto l'arrivo nei porti vicini, in violazione degli obblighi degli stati e dei capitani di rispettare la legge marittima internazionale”.
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