Technologie e Diritti

#ToObeyOrNotToObey: anarchismo

Se nessuno è riuscito negli ultimi 2,500 anni a rispondere alla domanda sul perché dovremmo obbedire alle leggi, non c'è forse qualcosa di sbagliato nella domanda?

by Orsolya Reich

Come abbiamo già indicato, la maggior parte delle persone concorda sul fatto che esista un obbligo morale di obbedire alle leggi. Ci sono tuttavia alcuni filosofi, i cosiddetti filosofi anarchici, che mettono in dubbio anche il fatto che tale obbligo esista.

Autonomia

La versione più nota dell’anarchismo filosofico è la seguente. Il nostro primo e più importante obbligo morale come esseri umani è quello di diventare autonomi. L’autonomia è il rifiuto di essere sottoposti a regole, avere la possibilità di scegliere – e di esercitare questa libertà. L’obbligo di agire come esseri autonomi mina la possibilità di acquisire qualunque vero e proprio obbligo politico. Se riconosciamo l’autorità, acconsentiamo ad altri di governarci e violiamo il nostro obbligo fondamentale di agire in maniera autonoma.

E’ quanto viene definito anarchismo a priori. Gli anarchici a priori non sostengono che fare ciò che la legge richiede non possa essere una buona idea. Riconoscono che ci possano essere buone ragioni per obbedire alle leggi. E alcune di queste ragioni possono essere anche morali. Per esempio, puoi pensare che la redistribuzione del reddito nel tuo stato sia una buona idea e la cosa giusta da fare in questo caso sia pagare quanto la legge ti chiede di pagare. Oppure puoi pensare che la redistribuzione non sia una cosa giusta, ma a conti fatti conviene comunque pagare – perché se finisci in carcere per evasione la tua famiglia potrebbe soffrirne. Tutto ciò è accettabile secondo i filosofi anarchici che sostengono l’a priori. Loro ritengono che non dovremmo obbedire alle leggi semplicemente perché sono leggi. La legge in quanto tale non ci fornisce una ragione sufficiente per obbedire. Dovremmo piuttosto obbedire alle leggi quando riteniamo che sia la cosa giusta da fare.

La maggior parte dei filosofi non ritiene questa teoria particolarmente interessante. Non è chiaro, per esempio, come si possano fare promesse e firmare contratti se il primo dovere è l’autonomia. Ma dovremmo davvero astenerci dal promettere di presentarci sul posto di lavoro ogni giorno alle 9, o di occuparci dei nostri figli, o di amare qualcuno fino alla morte solo perché tale atto metterebbe un limite alla nostra autonomia?

Qualcosa non va nella domanda

Non tutti i filosofi anarchici condividono le stesse idee. Anziché impelagarsi in un’ambigua idea di autonomia, gli anarchici a posteriori sottolineano che finora nessuno ha presentato una teoria convincente sull’obbligo politico. E se nessuno è riuscito negli ultimi 2,500 anni a rispondere alla domanda, forse c’è qualcosa di sbagliato nella domanda. Le teorie del consenso non riescono a dimostrare che la maggior parte di noi è d’accordo con le leggi. Le teorie della gratitudine, dell’equità e del contratto non ci forniscono motivazioni sufficienti per giustificare l’obbedienza generale. Le teorie dell’obbligo naturale non riescono a vincolare i cittadini al loro stato. Quindi gli anarchici a posteriori sostengono che ci sia una buona ragione per pensare che la maggior parte di noi semplicemente non ha un obbligo generale di obbedire alle leggi, probabilmente con l’eccezione di quei cittadini naturalizzati che prestano un giuramento di fedeltà nell’ambito del processo di acquisizione di una nuova cittadinanza.

Non sorprendentemente, non è così difficile giustificare il whistleblowing da un punto di vista anarchico. Devi fare la cosa giusta. Queste teorie suggeriscono che la legge in quanto tale non fornisce necessariamente un motivo sufficiente per obbedire in maniera generalizzata ad essa. Riconoscono che nelle democrazie che funzionano normalmente la cosa giusta da fare è rispettare le leggi – per vari motivi. Ma in alcuni casi è possibile che i motivi per cui si obbedisce alle leggi siano superati da un interesse pubblico più alto che può essere perseguito solo violandole.

Rafforzare la protezione dei whistleblower

In questa serie abbiamo provato a presentare alcune teorie che spiegano perché dovremmo obbedire alla legge. Non intendevamo convincerti a sostenere un particolare punto di vista. Forse non siamo neanche tutti d’accordo noi di Liberties su quale sia la teoria più convincente. Ma siamo tutti d’accordo che come cittadini di stati democratici dovremmo preoccuparci di più di queste questioni e discuterle. Dovremmo ragionare sui nostri doveri e diritti e farci delle opinioni sul perché dovremmo fare ciò che facciamo.

Come Liberties concordiamo anche su un altro aspetto. La protezione dei whistleblowers va rafforzata. Creare una legge giusta è un equilibrio delicato: non si dovrebbero incoraggiare le persone a violare la legge nemmeno quando intravedono qualcosa su cui non sono d’accordo. Ma si dovrebbe proteggere chi agisce nell’interesse pubblico rivelando informazioni su violazioni importanti senza avere altra possibilità di condividere quell’informazione che violando la legge.

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