Technologie e Diritti

Rimpatrio volontario dei rifugiati iracheni: bugie, ricatti e ipocrisie

Le associazioni per i diritti umani denunciano la menzogna delle autorità belghe secondo cui alcuni richiedenti asilo sarebbero pronti a ritornare volontariamente in Iraq.

by David Morelli

“La politica del Belgio è corretta. E' un modello per l'Europa,” ha dichiarato il segretario di stato per l'asilo e l'immigrazione, Theo Francken, parlando delle politiche sull'immigrazione del suo paese. “Siamo tra i migliori in Europa e stiamo realizzando una politica decisamente umana.”

Voci smorzate

Dietro il filo spinato dei centri di detenzione per migranti, tuttavia, circolano altre voci, provenienti da luoghi come l'Iraq, la Siria e la Somalia, che mettono in discussione le osservazioni di auto-celebrazione del segretario. Urlano per chiedere aiuto perché sono in attesa di essere rispediti verso luoghi in cui la durezza dei combattimenti conferma con evidenza la legittimità delle loro richieste di asilo.

Il governo belga, probabilmente incapace di assumersi la responsabilità della contraddizione tra la realtà geopolitica e la sua politica di espulsioni, di recente ha presentato decine di richiedenti asilo iracheni trattenuti nei centri di detenzione come candidati al rimpatrio volontario.

I rappresentanti della Lega per i Diritti Umani (LDH) e di MRAX il 23 settembre hanno incontrato i richiedenti asilo iracheni, siriani e somali presenti nel centro di detenzione 127 bis, i quali hanno confermato di non essere aspiranti al rimpatrio volontario e invece di voler ottenere rifugio in Belgio.

Ricatti

La domenica successiva alla visita, molti altri richiedenti asilo presenti nel centro si sono riuniti in cortile e si sono rifiutati di tornare nelle loro celle. Nel tentativo di farli rientrare, la direzione della struttura ha promesso loro che sarà realizzata un'altra visita da parte di LDH.

LDH denuncia questa procedura scandalosa, che somiglia ad un ricatto particolarmente ipocrita se teniamo conto del fatto che due giorni prima il direttore del centro aveva negato l'accesso a due rappresentanti di LDH, arrivati d'urgenza dopo aver appreso che i detenuti avevano iniziato uno sciopero della fame.

La Lega dei Diritti Umani denuncia anche i discorsi ufficiali, che mettono a rischio vite umane mascherando la realtà per giustificare l'ingiustificabile di fronte all'opinione pubblica. Mentre la Commissione Europea avvia i procedimenti di infrazione contro 19 paesi UE, tra cui il Belgio, per le loro carenze in tema di politiche sull'asilo, l'auto-celebrazione del governo può essere definita come squallido cinismo.

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