Democrazia e Giustizia

Ero straniero e mi avete ospitato: nuova campagna per la riforma dell'immigrazione in Italia

La campagna, sostenuta da molte ONG e attori della società civile, propone soluzioni concrete per superare la scellerata legge Bossi-Fini e promuovere l'integrazione.

by Vittoria Zanellati
Lo stesso giorno dell'approvazione della legge sull'immigrazione progettata dal Ministro degli Interni Marco Minniti – 12 aprile – è stata lanciata la campagna “Ero Straniero – L'Umanità che fa bene”.

L'obiettivo della campagna è contrastare la diffusa percezione dell'immigrazione come minaccia alla sicurezza che richiede una risposta emergenziale e promuovere l'idea che un sistema di accoglienza efficace può estendere il concetto di cittadinanza.

Per affrontare queste sfide, non solo a livello culturale ma anche legislativo, è stata proposta un'iniziativa popolare volta a superare la legge Bossi-Fini e a garantire condizioni di vita migliori ai migranti che vogliono stabilizzarsi in Italia.

L'iniziativa popolare “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell'inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari. ” è stata depositata presso la Corte di Cassazione il 13 aprile dai promotori (Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili) e la raccolta firme è stata così ufficialmente aperta.

Legge Bossi-Fini

Entrata in vigore nel 2002, la legge Bossi-Fini ha introdotto sanzioni penali per le persone fermate mentre entrano illegalmente nel paese. Abrogare la Bossi-Fini quindi significa rimuovere la principale causa di illegalità e insicurezza.

Come sottolineato da uno dei promotori dell'iniziativa, Emma Bonino, “Il reato di immigrazione clandestina non è una soluzione al problema dell'immigrazione irregolare. L'inclusione e l'integrazione, insieme alla diminuzione dell'illegalità, sono la via per la sicurezza”.

La Bonino ricorda che in Italia i migranti irregolare sono circa mezzo milione:

"E' chiaro che non si può rimpatriare un esercito di 500mila persone, ed è altrettanto chiaro che il dato è destinato ad aumentare, visto che le richieste di asilo vengono respinte al 60% e che la legge non prevede altri canali regolari per entrare in Italia. Il risultato è che questo esercito di irregolari si allarga sempre più, contro ogni moralità e contro ogni logica, dato che più si è irregolari e più si è potenzialmente vittime della criminalità.”

E’ della stessa idea Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili:

“Questa proposta è uno strumento che previene l’illegalità. Basta un semplice ragionamento utilitarista di costi e benefici per capire che se una persona, un clandestino, viene incriminato per la sua semplice esistenza, sarà spinto a delinquere. Così invece almeno potrà lavorare e avrà un fonte di reddito”.

Proposte per un'immigrazione legale

L’immigrazione legale per lavoro è una delle poche questioni in materia di immigrazione non sottoposta ad accordi comunitari a livello europeo e dunque soggetta alla discrezionalità degli stati membri dell’unione. È questo il quadro in cui si inserisce la proposta di legge di iniziativa popolare, unitamente alle raccomandazioni della Commissione Europea che, a fronte di una crisi demografica sempre più evidente, invita a cogliere le opportunità offerte dalla presenza dei migranti.

La proposta prevede la creazione di canali legali d’ingresso in Italia e la promozione dell’inclusione attraverso il lavoro, oltre alla regolarizzazione dei cittadini stranieri non comunitari che si trovano già in Italia e che hanno già intrapreso un percorso di formazione lavorativa. Al centro dell'iniziativa ci sono quindi le seguenti proposte:

  • Introduzione del permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) per facilitare la ricerca di occupazione e l’incontro tra i datori di lavoro italiani e i lavoratori stranieri non comunitari anche attraverso delle attività d’intermediazione – da parte di enti pubblici e privati come già previsto dalla legge Biagi e dal Jobs Act.
  • Reintroduzione del sistema dello sponsor, previsto per la prima volta dalla legge Turco-Napolitano, anche da parte di soggetti privati, volto all’inserimento nel mercato del lavoro del cittadino straniero, con la garanzia di risorse finanziarie adeguate e della disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio nazionale.
  • Introduzione della regolarizzazione su base individuale per gli stranieri che sono integrati socialmente nel territorio italiano, ovvero di coloro che si trovino in situazione di soggiorno irregolare se è dimostrabile che hanno in Italia un'attività lavorativa o comprovati legami familiari, o in assenza di legami concreti con il paese di origine. Il sistema va esteso ai richiedenti asilo, in modo da trasformare così un permesso umanitario in un permesso per lavoro, anche nel caso del richiedente asilo che abbia ricevuto un diniego definitivo ma che abbia svolto un percorso positivo di integrazione. Questa forma di permesso di soggiorno dovrebbe essere rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro.

Proposte di concedere diritti e garanzie

“La vera sicurezza passa per i diritti e non è pensabile senza”, dice Patrizio Gonnella. La legge di iniziativa popolare affianca ai canali d’accesso legali e alla possibilità di regolarizzazione i diritti e le garanzie che devono essere riconosciuti ai migranti, in particolare:

  • I diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati, che devono essere garantiti ai lavoratori extracomunitari che decidono di ritornare al paese d'origine in maniera definitiva. La legge propone infatti che, in caso di rientro definitivo nel paese d’origine, l’80% dei contributi possa essere ritirato dagli stranieri, in tal modo “si crea ricchezza, si crea sviluppo e non si toglie nulla all’Italia perché i contributi sono stati versati e le imposte rimangono allo stato italiano”, spiega Giulia Perin di Asgi.
  • Uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale, attraverso l'eliminazione di tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a svariate prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva, ecc.), il requisito del permesso di soggiorno di lungo periodo.
  • Un effettivo diritto alla salute dei cittadini stranieri,tramite interventi legislativi a livello nazionale. Un'implementazione coerente delle attuali regole dovrebbe garantire l'accesso all'assistenza sanitaria per gli stranieri che non possono essere inseriti nel Sistema Sanitario Nazionale.
  • Effettiva partecipazione alla vita democratica, attraverso il diritto di voto e la partecipazione alle elezioni amministrative per gli stranieri titolari del permesso di soggiorno di lungo periodo.



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