Monitoraggio UE

Fu omicidio? Si riapre un caso di violenza della polizia in Germania

Due avvocati italiani collaborano con un'organizzazione della società civile per risolvere il caso di un sospetto omicidio in una stazione di polizia tedesca.

by Luna Lara Liboni

La violenza della polizia contro persone di colore, migranti e persone socialmente vulnerabili è un problema molto preoccupante che ha sempre più spesso conseguenze letali. Un noto caso in Germania ha portato all'istituzione di una Commissione internazionale indipendentecostituita da nove membri.

Due di loro,Arturo Salerni e Mario Angelelli,sono avvocati di Progetto Diritti, una delle organizzazioni che fanno parte della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili. La loro esperienza sui temi dei diritti umani è molto ampia in quanto hanno preso parte a importanti processi, come quello che ha svelato gli intrighi politici dell'Operazione Condoro quello riguardante la responsabilità della Marina italiana nel naufragio di una nave di migranti nel 2013al largo di Lampedusa.

La morte di Oury Jalloh

Oury Jalloh era dalla guerra civile in Sierra Leone per trovare protezione in Guinea e da lì si era trasferito in Germania. Dopo che gli era stato negato l'asilo in Germania, aveva continuato a vivere ai margini della società a Dessau.

Arrestato il 6 gennaio 2005 per ubriachezza, venne portato in una cella di detenzione nella stazione di polizia di Dessau - la stessa cella in cui fu trovato morto bruciato poco tempo dopo.

Durante il processo, gli agenti di polizia presenti la notte della morte di Jalloh hanno affermato che, nonostante avesse i polsi e le caviglie legate al letto, in qualche modo era riuscito a usare un accendino per appiccare il fuoco al materasso senza che gli agenti se ne accorgessero.

Quando è scattato l'allarme antincendio, gli agenti all'inizio lo hanno ignorato e i pompieri sono arrivati alla stazione quando era già troppo tardi per salvare Jalloh. Soprattutto a causa delle testimonianze dei poliziotti, il caso ha provocato sdegno pubblico e numerose proteste in Germania e in altri paesi.

Incongruenze

Negli ultimi 13 anni, le autorità investigative non hanno mai preso in considerazione la possibilità che qualcuno possa aver ucciso Jalloh. Fino ad oggi, tutti i risultati ufficiali hanno concluso che si è dato fuoco. Nonostante questo, indagini esterne e indipendenti hanno messo in evidenza diverse incongruenze con la ricostruzione ufficiale e hanno concluso che sarebbe stato impossibile per Jalloh appiccare il fuoco nel modo ufficialmente raccontato dallo stato.

Nell'aprile 2017, il pubblico ministero Folker Bittmann, che per molti anni aveva difeso il rapporto della polizia sulla morte di Jalloh, ha cambiato idea. Ha chiesto una nuova inchiesta, questa volta per omicidio.

Secondo uno dei documenti presentati per la nuova inchiesta, Bittmann ha dichiarato di essere convinto che il materasso sia stato incendiato - dopo la morte di Jalloh - con l'aiuto di un liquido infiammabile. L'incendio sarebbe stato appiccato per nascondere le prove di un altro crimine commesso contro il prigioniero. Nonostante le pressioni di Bittmann, la Procura regionale ha rifiutato di aprire una nuova indagine e il caso è stato rinviato alla Procura di Halle, che il 12 ottobre lo ha dichiarato chiuso per mancanza di prove.

Fermare la violenza della polizia

Come chiarito nella dichiarazione della sua fondazione, la Commissione Internazionale Indipendente è stata costituita per tentare di fare chiarezza su tutti gli eventi collegati alla morte di Oury Jalloh, nonché di stabilire questioni chiave relative alla supervisione legale e alle indagini sui casi di decesso durante la custodia.

Il rapporto della commissione che esamina la morte di Oury Jalloh prenderà in considerazione le dinamiche generali e cercherà di rispondere alle domande irrisolte riguardanti il caso. La storia di Jalloh è infatti sintomatica di un fenomeno più ampio identificato dalla Commissione stessa con "un numero sempre crescente di attacchi da parte della polizia a persone di colore, migranti e persone socialmente svantaggiate".

È giunto il momento che un controllo di parte civile supervisioni il comportamento della polizia affinché si ponga fine a tutti i tipi di violenza e di maltrattamento.

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