Technologie e Diritti

Autorità rumene non scoraggiano le violenze della polizia

Delle 3,034 denunce di violenze da parte della polizia presentate tra il 2012 e il 2014, soltanto 14 sono arrivate in tribunale.

by The Association for the Defense of Human Rights in Romania – the Helsinki Committee
Image: West Midlands Police - Flickr/CC content

L'Associazione per la Difesa dei Diritti in Romania – il Comitato Helsinki (APADOR-CH), ha pubblicato di recente uno studio su come le autorità rumene di fatto non puniscano gli agenti di polizia che commettono abusi contro i cittadini.

La ricerca è stata realizzata tra febbraio e giugno 2015, come parte del progetto “Eyes on police abuse.” Ha rivelato che tra il 2012 e il 2014 soltanto 14 delle 3,034 denunce penali di abuso fatte da cittadini contro poliziotti sono arrivate in tribunale.

Ha rivelato inoltre che nello stesso periodo l'Ispettorato Generale della Polizia Rumena ha ricevuto 3,301 denunce di comportamento violento da parte della polizia, ma le sanzioni disciplinari sono state applicate soltanto in 47 casi, vale a dire 1 su 70.

I dati utilizzati da APADOR-CH sono stati ottenuti attraverso la procedura di richiesta di dati di interesse pubblico presentata agli uffici della procura di ogni provincia, agli ispettorati di polizia, al Consiglio Superiore della Magistratura e all'Ispettorato Generale della Polizia Rumena (IGRP).

L'IGRP ha rifiutato di rivelare le informazioni di interesse pubblico e abbiamo dovuto presentare un ricorso amministrativo e avviare un'azione in tribunale.

Nessun intervento per prevenire le violenze

La ricerca ha messo in luce come le forze di polizia non facciano sufficiente uso dei mezzi a loro disposizione per prevenire gli abusi o per aiutare a scoprirli, come l'installazione di telecamere nelle stazioni di polizia, che richiederebbe costi irrisori.

Inoltre, la polizia non fa nulla per informare i cittadini dei loro diritti. Gli agenti di polizia si rifiutano (illegalmente) di rendere note le procedure per richiedere i documenti d'identità, le impronte digitali e per effettuare le perquisizioni, per esempio.

Il fatto che i cittadini non sappiano nulla di queste procedure significa che possono aver luogo azioni arbitrarie da parte dei poliziotti e che è più probabile che avvengano degli abusi.

Più telecamere, per favore

Questa segretezza può essere interpretata come volontà di mantenere le forze di polizia come un'istituzione repressiva piuttosto che al servizio del cittadino.

APADOR-CH ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di avviare un'inchiesta in relazione alle indagini sugli abusi della polizia realizzate negli ultimi anni dai pubblici ministeri.

L'organizzazione ha anche chiesto all'IGRP e al Ministro dell'Interno di assegnare con urgenza i fondi necessari per implementare i sistemi di sorveglianza in tutte le stazioni di polizia.

Gli abusi della polizia, anche in assenza di violenza fisica, ma in presenza, per esempio, di un linguaggio offensivo, costituisce un reato punibile con una multa o la detenzione da uno a sei mesi. Se risulta che un poliziotto nell'esercizio delle sue funzioni ricorre a minacce o violenza fisica, la sanzione sarà aumentata di un terzo rispetto alla pena prevista per il reato specifico.

Il rapporto completo può essere letto qui. Allo stesso link puoi saperne di più del progetto “Eyes on police abuse”, così come dei diritti delle persone trattenute nella stazioni di polizia e delle opzioni a disposizione delle vittime di violenza da parte della polizia.

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