Monitoraggio UE

L'UE deve fare di più per i diritti dei detenuti

Lo studio rileva che, nonostante alcuni interventi a livello europeo, l'attuale normativa sulla tutela dei diritti degli imputati non rispetta le norme internazionali e dell'UE.

by Valeria Pescini

"The Cost of Non-Europe in the area of Procedural Rights and Detention Conditions " è uno studio pubblicato dall'Unità per il valore aggiunto europeo (European Added Value Unit), un organismo del Parlamento Europeo che analizza i settori politici in cui manca un'azione comune a livello UE e in cui, tale azione comune, potrebbe portare maggiore efficienza e costituire un bene pubblico per i cittadini europei.

Metodologia

Lo studio affronta la questione dei diritti processuali e delle condizioni di detenzione. Cerca di identificare le lacune e le barriere che caratterizzano il sistema, il loro impatto a livello sia economico che individuale in termini di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e i potenziali costi e benefici di un'azione comune europea che affronti tali lacune e tali ostacoli.

Questo studio analizza il quadro normativo europeo a partire dalla roadmap del 2009 che riguardava i diritti degli imputati, le direttive relative all'interpretazione e alla traduzione, i diritti all'informazione e all'accesso a un avvocato, la presunzione di innocenza e i diritti dei imputati minorenni, prendendo anche in considerazione il Libro Verde della Commissione sulle condizioni di detenzione e sulle misure di cooperazione giudiziaria dell'UE quali il mandato d'arresto europeo, l'ordine di indagine europeo e l’ordine di supervisione europea.

Il rapporto si basa su studi comparativi che prendono in esame i sistemi giuridici degli Stati membri e sull’attuazione del diritto dell'UE in tali stati. Inoltre,un documento di ricerca di RAND Europeallegato al rapporto cerca di quantificare l'impatto delle lacune e degli ostacoli in questo campo.

Principali risultati

Lo studio evidenzia come, nonostante a livello europeo siano state intraprese azioni finalizzate a costruire uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'UE e a sviluppare una cooperazione giudiziaria basata sul principio del riconoscimento reciproco, la legislazione europea relativa ai diritti delle persone sospettate di avere commesso un reato si limita a fornire standard comuni minimi, violando così gli standard internazionali e della stessa UE.

La ricerca si concentra su alcune carenze riguardanti il diritto fondamentale a un processo equo, ma esplora anche il fatto che alcune questioni, come quella della detenzione preventiva, non sono state risolte e che i diversi livelli di protezione garantiti portano a discriminazione tra gli stessi cittadini europei.

L'impatto delle carenze sopra menzionate sulle persone coinvolte e sulle loro famiglie all'interno delle garanzie procedurali dei procedimenti penali è principalmente di natura economica e materiale, anche se lo studio sottolinea il danno immateriale che può verificarsi sulla salute psicologica e mentale, in particolare nel caso di persone vulnerabili. Inoltre, la RAND ha cercato di quantificare il costo di tali lacune, ad esempio per quanto riguarda la detenzione preventiva, che è una delle principali cause di sovraffollamento nelle carceri e che, a sua volta, ha un impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei detenuti. D'altra parte, se prendiamo in considerazione i costi economici per la società, è stato stimato che la detenzione preventiva ha un costo di circa 1,6 miliardi di euro all'anno per gli stati membri.

Alcune soluzioni

Lo studio suggerisce alcune possibilità di azione e di cooperazione che potrebbero essere realizzate a livello europeo per affrontare le carenze sopra menzionate, come ad esempio garantire un maggiore rispetto degli obblighi internazionali, rafforzare i meccanismi di monitoraggio internazionali, attuare adeguatamente e riesaminare periodicamente la legislazione UE e, se necessario, adottare una nuova legislazione.

In conclusione, questo rapporto non solo fornisce un'analisi del costo della partecipazione non europea all'adempimento di questi diritti, ma (soprattutto) ci mostra il valore aggiunto dell'UE nel campo dei diritti processuali e delle condizioni di detenzione sottolineando che "ulteriori azioni e la cooperazione a livello europeo porterebbero a un maggiore rispetto dei valori e dei diritti dell'UE, soddisferebbero le aspettative dei cittadini europei nel settore della giustizia penale, migliorerebbero la fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie sulla base del rispetto dei diritti fondamentali e alla fine consentirebbero agli stati membri anche di risparmiare da un punto di vista economico".

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