Democrazia e Giustizia

Ennesimo tentativo del governo rumeno di controllare le ONG

Il governo rumeno ha creato uno strumento per contrastare le ONG che potrebbero opporsi alla sua agenda con la scusa di monitorare come spendono soldi ricevuti dai cittadini attraverso donazioni fiscali.

by Dollores Benezic

L’Associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Romani – l’Helsinki Committee (APDOR-CH) ha chiesto all’Ombudsman rumeno di presentare un appello alla Corte Costituzionale in merito al decreto 18/2018, attraverso il quale il governo rumeno ha creato uno strumento incostituzionale che gli consente di approvare misure punitive contro le ONG.

Decreto del governo formulato in maniera vaga

Il Codice Tributario rumeno dà ai contribuenti la possibilità di devolvere il 2% o il 3.5% delle loro tasse al sostegno di enti no profit. Tuttavia, non afferma che questi soldi debbano essere usati per sostenere le attività di enti no profit. Questo significa che gli enti che ricevono questi soldi possono usarli per qualunque spesa, comprese, per esempio, le spese amministrative, anche se queste non sono direttamente correlate agli obiettivi principali degli enti. L’unico controllo che lo stato può fare è se le ONG siano state istituite e continuino ad operare in maniera legale. Il Codice Tributario non prevede controlli su come questi soldi vengono usati.

Ad esempio, le bollette dell’acqua o dell’elettricità non riguardano direttamente gli obiettivi principali dell’ente, anche se in caso di mancato pagamento di queste spese, l’ente non sarebbe in grado di operare. Il decreto del governo, che è formulato in maniera vaga, non contiene disposizioni chiare su come questi tipi di spese andrebbero gestiti.

Ombudsman chiede alla Corte Costituzionale di valutare la qualità del decreto

APADOR-CH ritiene inaccettabile che, per via di lacune nella legge, il regime di spesa possa essere fissato da un ispettore finanziario a sua discrezione. L’adozione di un regolamento ampio e parziale consentirebbe abusi da parte del governo in violazione della Costituzione rumena.

APADOR-CH ha chiesto all’Ombudsman di rinviare il caso alla Corte Costituzionale per chiedere un’analisi di costituzionalità dell’articolo II del Decreto 18/2018. Nell’ordinamento rumeno esiste un principio che richiede che gli atti normativi rispettino determinate condizioni qualitative. Devono essere chiari, precisi e prevedibili. APADOR-CH ritiene che l’unica cosa chiara dell’articolo è che consente al governo di esercitare controlli discrezionali contro le ONG che potrebbero opporsi al suo operato.

Qui puoi leggere la lettera inviata all’Ombudsman (in rumeno)

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