Technologie e Diritti

Famiglia rom bulgara lasciata senza casa dopo campagna razzista

Un diverbio sulla musica ad alto volume, ritratto dai media bulgari come conflitto etnico, si è concluso con la distruzione delle unità abitative dei rom.

by Bulgarian Helsinki Committee
Image: Dennis Jarvis - Flickr/CC content

Un litigio a giugno per via della musica troppo alta in un villaggio di Garmen, Bulgaria, ha ricevuto ampia copertura mediatica e attenzione da parte dei partiti politici. Questi si sono focalizzati sul fatto che il conflitto è scaturito tra bulgari e rom, presentandolo così come un conflitto etnico.

I residenti avrebbero chiesto allo stato di distruggere le case dei rom, costruite illegalmente, secondo i reportage. Questa campagna è stata accompagnata dalla retorica anti-rom, alimentata, tra gli altri, dai media e dai rappresentanti dei partiti politici bulgari.

Edifici distrutti

Il 29 giugno quattro edifici sono stati distrutti. La decisione è stata presa sull'onda della pressione pubblica e ha assunto la forma di una punizione collettiva per le presunte attività illegali di alcuni abitanti di Garmen, senza tener conto delle situazioni delle persone che vivevano in questi edifici, che non hanno preso parte in alcun modo agli scontri.

Le famiglie rom che vivevano nei quattro edifici distrutti al momento non hanno un posto in cui stare e si trovano senza fissa dimora, dopo che il sindaco di Garmen ha dichiarato che non c'è possibilità di individuare una sistemazione per loro. Il Comune aveva proposto di ospitarli nell'edificio di una scuola abbandonata nel villaggio di Osikovo, ma gli abitanti del luogo hanno protestato.

Casa e famiglia

Il 27 maggio, durante il programma televisivo Bulgaria On Air, il Bulgarian Helsinki Committee (BHC) ha messo in guardia sui rischi di un'escalation di questo tipo. BHC ha più volte evidenziato che la distruzione di case di famiglie povere, che ci vivevano da molto tempo, senza la disponibilità di una sistemazione alternativa, è una violazione del diritto alla vita privata e familiare e del diritto alla casa – anche se le case erano state costruite illegalmente. Nonostante questo, la distruzione è stata portata avanti.

Gli sgomberi di persone dalle loro case sono già stati condannati come violazione della legge internazionale in tre casi simili contro la Bulgaria. Finora, tre diversi organismi internazionali hanno deliberato contro la Bulgaria: la Corte Europea dei Diritti Umani nel caso Yordanova et al. v. Bulgaria; il Comitato sui Diritti Umani dell'ONU nel caso Naydenova et al. v. Bulgaria; e il Comitato Europeo sui Diritti Sociali nel caso Centro Europeo per i Diritti dei Rom v. Bulgaria.

Il Bulgarian Helsinki Committee sta valutando di intraprendere un'azione legale per le violazioni della normativa internazionale in questo caso.

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