Technologie e Diritti

Ricorso contro il rifiuto del presidente polacco di nominare tre giudici

L'Helsinki Foundation for Human Rights ha presentato due ricorsi sui casi riguardanti il rifiuto del presidente di nominare tre giudici presso tribunali ordinari.

by Polish Helsinki Foundation for Human Rights
Nel suo ricorso, HFHR afferma che il Tribunale Amministrativo Provinciale (PAC) ha violato una legge per cui il procedimento dovrebbe essere invalidato. La Fondazione è rappresentata di fronte al Tribunale Amministrativo Supremo (SAC) da Marcin Cemiński e Paweł Pogorzelski, avvocati dello studio legale Clifford Chance che stanno operando pro bono.

Le rimostranze dei giudici

Nel luglio 2016, il presidente Andrzej Duda ha emesso un'ordinanza in cui si rifiutava di nominare tre giudici promossi ad un tribunale di livello superiore e un neo-giudice che aspettava di ricevere la sua prima nomina. Tale decisione è stata presa senza alcuna spiegazione e contro il parere favorevole sui candidati espresso dal Consiglio Nazionale della Magistratura polacco.

I giudici hanno presentato ricorso contro l'ordinanza del presidente presso un Tribunale Amministrativo Provinciale, sostenendo che la decisione fosse illegale. Il Commissario per i Diritti Umani e l'Helsinki Foundation for Human Rights hanno aderito all'appello.

Il 29 e il 30 dicembre, il PAC ha archiviato entrambi i ricorsi e ha stabilito che l'autorità del presidente di nominare i giudici è un potere discrezionale non soggetta al riesame giudiziario.

Sentenze in ritardo

Nel suo appello, HFHR dichiara che il PAC ha commesso una violazione perché la decisione di approvare l'adesione al ricorso da parte dell'organizzazione è stata presa il 29 dicembre, lo stesso giorno in cui ha deciso di archiviare il primo ricorso, e il giorno dopo l'archiviazione del ricorso dell'altra organizzazione.

Di conseguenza, HFHR è stata privata della possibilità di partecipare al procedimento.

Il presidente Andrzej Duda, senza fornire alcuna spiegazione, ha bloccato la nomina di tre giudici presso tribunali polacchi. La Corte Costituzionale, qui sopra, è stata al centro della crisi costituzionale nel paese.

Cassazione

L'Helsinki Foundation for Human Rights ha fatto riferimento a varie altre violazioni di norme procedurali e sostanziali. HFHR non ritiene corretto considerare il potere del presidente di nominare i giudici come pienamente discrezionale. In primo luogo, non è chiaro se la prerogativa costituzionale del presidente di nominare i giudici possa giustificare il diritto di rifiutarsi di nominarli. Se il presidente avesse avuto delle riserve su alcuni candidati, avrebbe dovuto chiedere all'NJC di rivalutare questi candidati, come previsto dalla legge sul Consiglio Nazionale della Magistratura.

Al di là di tali ambiguità, la previsione costituzionale di un potere di prerogativa del capo della stato non significa che quest'ultimo ha il diritto di agire senza alcun vincolo, ma solo che non c'è un obbligo di controfirma del primo ministro. In uno stato di diritto democratico nessun organismo dello stato dovrebbe agire in modo totalmente arbitrario e libero da qualunque controllo.

Violazione della Costituzione

L'ipotesi che il presidente avesse il potere, illimitato e al di fuori di ogni controllo, di rifiutarsi di nominare i giudici significherebbe non solo che potrebbe esercitare pressioni sul settore giudiziario, ma anche che il diritto dei giudici e dei candidati alla parità di accesso al servizio pubblico sarebbe violato. Tale diritto è tutelato dalla Costituzione e dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e una garanzia della sua efficacia è rappresentata dalla possibilità di sottoporre a riesame giudiziario le decisioni sul rifiutare l'accesso o rimuovere da un pubblico servizio.

Secondo HFHR, una decisione corretta avrebbe dovuto considerare la scelta del presidente di rifiutarsi di nominare un giudice un atto autoritario unilaterale con conseguenze sui diritti e doveri di una specifica persona in un caso individuale che, come tale, è una decisione amministrativa o comunque una disposizione di una pubblica amministrazione soggetta al riesame giudiziario.

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