Democrazia e Giustizia

ONG irlandesi lanciano campagna per salvare 'la voce del popolo'

Una coalizione di ONG irlandesi ha lanciato una campagna per riformare la legge elettorale, che sta soffocando la società civile in quanto proibisce i finanziamenti internazionali e le donazioni nazionali superiori a 2,500 euro.

by Sinéad Nolan

La legge elettorale vieta a chi è impegnato in attività “politiche” di accettare qualunque donazione dall'estero, qualunque donazione anonima superiore a 100 euro o donazioni di oltre 2,500 euro di qualunque tipo. Negli ultimi anni, l'organismo deputato ad implementare la legge, lo Standards in Public Office Commission (SIPOC), ha interpretato la parola “politica” comprendendo il lavoro generale di advocacy della società civile.

Se, da un lato, l'Irlanda ha una lunga storia in tema di diritti umani e ha giocato un ruolo chiave a livello internazionale nel difendere la libertà della società civile, la sua legge nazionale ora determina alcune difficoltà per le organizzazioni delle società civile attive in Irlanda.

Negli anni passati, la legge elettorale è stata usata contro le organizzazioni che operano sui temi dell'uguaglianza, come la parità di accesso all'istruzione e i diritti riproduttivi e in alcuni casi ha contribuito alla loro chiusura.

Il SIPOC prevede un meccanismo di ricorso che porta ad abusi da parte di chi si oppone al lavoro di determinate organizzazioni, soprattutto perché l'interpretazione del SIPOC della legge delle sue procedure di applicazione non è trasparente al pubblico.

Minacciati di finire in tribunale

Amnesty International Irlanda di recente ha portato il SIPOC in tribunale per via della richiesta dell'organismo di restituire un finanziamento ricevuto da Open Society Foundations per la campagna My Body, My Rights. La richiesta di Amnesty è stata alla fine ritenuta giustificata e il SIPOC ha accettato di non portare avanti il caso.

Tuttavia, altre organizzazioni non hanno avuto la possibilità di lottare per questo.

Nel 2017, Education Equality, una piccola organizzazione volontaria impegnata per la parità di accesso all'istruzione dei bambini di qualunque religione, è stata costretta a restituire 5,500 euro di fondi ricevuti dalla Humanist Association of Ireland e non potrà più accettare donazioni superiori a 100 euro.

April Duff, legale di Education Equality, ha parlato dell'impatto che questo ha avuto sull'organizzazione, sostenendo che “La corrispondenza [con SIPOC] ha enormemente penalizzato il lavoro che si supponeva dovessimo svolgere. Eravamo tutti volontari e abbiamo dedicato molto del nostro tempo e delle nostre risorse a decidere come comportarci e portare avanti la nostra linea per poter mantenere i nostri finanziamenti. Le email di SIPOC facevano continuamente riferimento al fatto che rifiutare di adempiere sarebbe stato un reato, quindi eravamo un gruppo di volontari costantemente minacciati di finire in tribunale”.

EQUATE, un'altra organizzazione impegnata per la parità di accesso all'istruzione, è stata oggetto di una lunga campagna di denunce da parte di partiti contrari al suo lavoro. L'intensità dell'attenzione su EQUATE da parte del SIPOC e l'incertezza che i suoi interventi hanno determinato, sono tutti fattori che hanno inciso sulla decisione di EQUATE di rallentare le sue attività a fine 2017.

Il SIPOC non ha mai reso note le sue procedure a EQUATE; la sua corrispondenza semplicemente richiedeva a EQUATE di rispondere alle denunce e richieste, ricordando nel contempo a EQUATE le sanzioni penali previste dalla legge elettorale.

I documenti rilasciati ai sensi del Freedom of Information Act mostrano che un membro dello staff del SIPOC era in costante contatto con uno dei ricorrenti, che era un avvocato della Chiesa d'Irlanda. A quel tempo, la Chiesa d'Irlanda stava facendo pressioni contro il lavoro di EQUATE per modificare la legge sulle ammissioni a scuola – la cosiddetta barriera battesimale. Il SIPOC ha informato questa persona dei suoi rapporti con EQUATE e del processo decisionale interno ad EQUATE. I documenti mostrano anche che a marzo e maggio 2017 il SIPOC ha informato EQUATE che non c'erano prove in sostegno alla denunce contro di loro.

Ciononostante, nel mese di luglio 2017 il SIPOC ha contattato il primo finanziatore (irlandese), chiedendogli informazioni e un incontro per discutere del coinvolgimento o meno in attività proibite dalla legge.

Impatto 'molto concreto'

La legge elettorale era originariamente intesa come un tentativo di fermare gli attori stranieri che esercitano un'influenza non dovuta nelle elezioni irlandesi. Vista da questa prospettiva, è impensabile che organizzazioni come EQUATE e Education Equality, finanziate da donatori irlandesi e impegnate per garantire il diritto all'istruzione a tutti i bambini irlandesi, siano oggetto di questa legge.

Eppure, è esattamente quello che è avvenuto. La legge è stata talmente abusata che i bambini appartenenti a religioni di minoranza in Irlanda hanno quasi perso due dei loro sostenitori più forti.

Chi si è opposto alla parità e ai diritti umani può abusare della legge anche in altri modi, anche quando l'organismo regolatore non dà seguito alle loro denunce.

Lo scorso anno, mentre il Consiglio Irlandese per le Libertà Civili (ICCL) portava avanti campagne di sensibilizzazione sui diritti riproduttivi, un soggetto che sosteneva di essere un giornalista ha contattato vari finanziatori dell'ente, accusandoli di impegnarsi in attività illegali ai sensi della legge elettorale. Nessuna indagine è stata avviata, ma l'ICCL è stato costretto a ricorrere all'aiuto legale e i suoi accordi di finanziamento sono stati messi a rischio.

L'ICCL ha osservato che, nel corso degli ultimi anni, il SIPOC ha adottato un'interpretazione ampia della legge, che gli ha consentito di rivolgersi ad organizzazioni più grandi come l'ICCL e Amnesty che ricevono finanziamenti internazionali, ma anche a piccole organizzazioni che sono finanziate da donatori irlandesi e spesso operano su base volontaria.

Questo approccio è in conflitto diretto con il ruolo di leadership che l'Irlanda continua a giocare nel difendere le libertà della società civile nelle Nazioni Unite, come di recente testimoniato dalla sponsorizzazione irlandese di una risoluzione sulla società civile presso il 38° Consiglio sui Diritti Umani.

Il direttore dell'ICCL, Liam Herrick, ha dichiarato: “ Siamo sicuri che il legislatore irlandese non voleva che la legge avesse effetti così gravi sulla società civile, ma l'impatto che stiamo sperimentando è molto concreto”.

Cosa accadrà ora?

L'ICCL guida la Coalition for Civil Society Freedom, di cui fanno parte anche Transparency International Irlanda, Amnesty International Irlanda, Front Line Defenders, The Wheel (l'organismo rappresentativo della comunità irlandese e del settore del volontariato), e la piattaforma di campagne Uplift. Insieme hanno redatto una formulazione alternativa della legge elettorale e l'hanno lanciata presso l'Agenzia UE per i Diritti Fondamentali a Dublino.

Hanno anche preparato una lettera aperta al primo ministro irlandese chiedendo la riforma della legge elettorale.

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