Technologie e Diritti

L’UPR nei Paesi Bassi: Basta parlare - è tempo di agire

I Paesi Bassi devono abbandonare l’atteggiamento passivo e impegnarsi concretamente secondo quanto dichiarato nell’ambito del processo di revisione periodica universale (UPR).

by PILP

Il 22 settembre 2017, presso l’ONU, la commissione internazionale dei giuristi (ICJ) si è espressa in nome della sua sezione nazionale olandese NJCM e dell'organizzazione per i diritti civili Kompass, mettendo i Paesi Bassi di fronte alla necessità di adottare misure concrete per dar seguito agli impegni presi nell’ambito del processo di revisione periodica universale.

La dichiarazione, pronunciata durante il dibattito del Consiglio dei diritti dell'uomo dell’ONU, a proposito dei risultati del terzo ciclo della revisione periodica universale dei Paesi Bassi, recita così:

L'ICJ rilascia questa dichiarazione condivisa dalla sua sezione olandese NJCM (Nederlands Juristen Comité voor de Mensenrechten) e dall'organizzazione Kompass per i diritti civili. Queste due organizzazioni insieme hanno coordinato la relazione "Bringing Human Rights Home" per conto di 23 organizzazioni olandesi che hanno contribuito all'UPR nei Paesi Bassi.

Alcuni aspetti dell'impegno dei Paesi Bassi nel corso dell’UPR sono stati positivi: il Ministero degli Esteri e UPR-info, hanno organizzato a Ginevra preziosi momenti di incontro per le ONG e per i delegati. I politici olandesi hanno partecipato alle sessioni UPR, fornendo un precedente importante. Per la prima volta un Parlamento olandese ha preso parte alla discussione durante il procedimento dell’UPR.

Tuttavia altri aspetti sono stati deludenti. Il ministro degli esteri olandese ha utilizzato il termine "diplomazia postale" in riferimento agli stati che formalmente si impegnano con l'UPR a Ginevra, ma che poi non adottano le misure necessarie per attuare i diritti umani in casa propria. Noi temiamo che, ironicamente, la frase possa essere applicata agli stessi Paesi Bassi, il cui "Piano d'azione nazionale" non è conforme alle direttive OHCHR e viene comunemente definito dalla società civile olandese come “il non piano di azione". A conferma di ciò, la società civile olandese non ha ancora visto nemmeno un’azione del governo in attuazione delle raccomandazioni UPR.

Incoraggiamo quindi il futuro Ministro degli Interni a porre fine a questo atteggiamento passivo e iniziare a investire seriamente nel coordinamento nazionale per l’implementazione dei diritti umani, anche in relazione alle raccomandazioni UPR accolte e di impegnarsi con il Parlamento olandese su priorità e azioni significative per realizzare il nuovo piano d'azione nazionale

I piani d'azione nazionali e le raccomandazioni UPR sono mezzi necessari a raggiungere un obiettivo e non un obiettivo in sé. I diritti umani e l'UPR hanno a che fare con l’agire, il riformare le leggi, mettere in atto politiche e pratiche concrete, non con la carta e la burocrazia. Con in mano le raccomandazioni UPR approvate dai Paesi Bassi, la società civile olandese ha ora un messaggio chiaro (per parafrasare un detto di Rotterdam): "Basta parlare, mettiamoci al lavoro!"

Rispondendo a queste e simili osservazioni di altre parti interessate, la delegazione dei Paesi Bassi ha dichiarato che il governo avrebbe convocato, nel mese di novembre, una conferenza multi-stakeholder per dare seguito al follow-up sulla procedura di UPR. La conferenza, attraverso sessioni plenarie e workshop, avrà l’obiettivo di discutere su come proseguire il processo a livello nazionale.

La delegazione nelle sue osservazioni finali ha infine rilevato che i Paesi Bassi ritengono che questo terzo ciclo di UPR sia proprio relativo all'implementazione. Riferendosi in particolare alla dichiarazione di ICJ / NJCM / Kompass, ha dichiarato: "In altre parole, come ha già affermato uno degli oratori delle ONG, è ora di mettersi al lavoro!"


La dichiarazione può essere scaricata in formato PDF qui: HRC36-OralStatement-UPR-Netherlands-2017

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