Technologie e Diritti

Legge su responsabilità polacca dei crimini nazisti rischia “effetto congelamento”

Se la nuova Legge sull'Istituto Nazionale per la Memoria dovesse passare, anche l'affermazione involontaria che lo stato polacco è responsabile dei crimini nazisti potrebbe portare ad una condanna a tre anni di carcere.

by Polish Helsinki Foundation for Human Rights
L'emendamento, in discussione nel Parlamento Polacco, criminalizzerebbe l'attribuzione di responsabilità alla nazione polacca per i reati del regime nazista e introdurrebbe la responsabilità civile per il mancato rispetto del buon nome della Repubblica di Polonia e della Nazione Polacca.

Nel suo parere sulla bozza di emendamento, l'Helsinki Foundation for Human Rights (HFHR) mette in guardia sul fatto che l'emendamento proposto potrebbe portare ad un'irragionevole interferenza nella libertà di espressione.

HRHR argomenta che, se approvata, la versione della legge potrebbe scoraggiare l'opinione pubblica dal discutere alcuni aspetti della storia polacca per via del rischio di andare incontro a sanzioni penali.

“Questo, di conseguenza, potrebbe causare un “effetto congelamento” del dibattito storico, perché si rischierebbe di andare incontro a sanzioni penali gravi e sproporzionate, come il carcere fino a tre anni, per aver affermato che la nazione polacca è responsabile di crimini nazisti o di crimini internazionali,” secondo Dorota Glowacka, membro del team legale di HFHR.

Ciò che è particolarmente preoccupante è l'introduzione della responsabilità penale (una multa o un servizio sociale) anche quando questi reati vengono commessi in maniera non intenzionale.

Eccezioni non sufficienti

L'emendamento non contiene misure appropriate per prevenire l'uso massiccio di tali disposizioni. HFHR sottolinea che l'eccezione prevista dall'emendamento proposto – la commissione di un reato nell'ambito di un'attività scientifica o artistica – non copre i frequenti casi di forum aventi ad oggetto dibattiti storici, così come le comunicazioni mediatiche cartacee o online.

"L'introduzione di questa eccezione nella proposta di emendamento è un cambiamento positivo che rinforza la tutela della libertà di espressione. Tuttavia, temiamo che non sia sufficiente. Poniamo che una rivista scientifica pubblichi un articolo storico sulla complicità della Polonia nei crimini nazisti. In teoria, l'autore di una tale pubblicazione non dovrebbe essere penalmente responsabile. Ma se un giornalista che scrive di storia per un quotidiano solleva la stessa questione, potrà probabilmente essere perseguito, anche se ha agito in maniera non intenzionale,” spiega Glowacka.

I proponenti sostengono in un allegato motivazionale che l'emendamento va inteso innanzitutto come misura di contrasto alla divulgazione di espressioni come “campi di concentramento polacchi” o “campi di sterminio polacchi”, ma la portata dell'emendamento è molto più ampia.

Imbavagliare i controllori

Le nuove disposizioni che introducono rimedi legali civili per la violazione del buon nome della Repubblica di Polonia possono essere usate come strumento per frenare le critiche all'attuale governo e ai suoi funzionari.

"C'è un rischio che queste disposizioni possano essere usate per impedire le attività degli organismi di monitoraggio sull'autorità pubblica, come i media e le organizzazioni non governative,” mette in guardia HFHR nel suo parere.

Leggi simili adottate in altre giurisdizioni, come la Turchia e l'Italia, sono state ripetutamente criticate dalle organizzazioni internazionali sui diritti umani. Il Comitato ONU per i Diritti Umani ha espresso preoccupazione per l'introduzione di tali leggi in Polonia immediatamente dopo l'annuncio.

Le esperienze di altri paesi con leggi simili, in particolare la Turchia, dimostrano che disposizioni legali di questo tipo spesso vengono utilizzare per perseguire scrittori, giornalisti o redattori e altri partecipanti al dibattito pubblico, le cui dichiarazioni sono considerate sfavorevoli da parte del governo al potere.


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