Democrazia e Giustizia

Governo belga deve aprire un'indagine sulla morte di Mawda

Dopo la tragica morte della bambina curdo-irachena di due anni, uccisa da uno sparo per mano della polizia belga mentre era seduta in braccio alla madre, le organizzazioni per i diritti umani chiedono al governo di aprire un'indagine su quanto accaduto.

by David Morelli
Un raduno per commemorare Mawda, 23 maggio, Bruxelles.

Mawda Shawri, la bambina curdo-irachena nata in Germania da genitori in fuga dall'Iraq che tentavano di raggiungere l'Inghilterra, è stata colpita a morte in Belgio nella notte tra il 16 e il 17 maggio.

Lo sparo fatale è partito da un poliziotto belga, durante l'inseguimento del veicolo che trasportava Mawda e altre 29 persone cui alcuni bambini.

Migranti trattati come criminali

La Lega Belga per i Diritti Umani (LDH), membro di Liberties, e Liga voor mensenrechten sono ancora fortemente scioccati per la morte della piccola Mawda, che stava riposando in braccio alla madre quando la pallottola l'ha colpita.

Una tragedia come questa non dovrebbe mai verificarsi in un paese democratico come il Belgio. Questa morte è in realtà il risultato (non voluto, ma certamente prevedibile) della politica attuata dallo stato in tema di immigrazione, che non tratta i migranti come persone in difficoltà bensì come criminali, soltanto perché non possiedono documenti che consentirebbero loro di restare legalmente sul territorio.

Ed è così che le autorità hanno trattato Mawda, i suoi genitori e le persone che erano con loro: come dei criminali.

Occorre un'indagine seria e indipendente, come ha promesso il primo ministro, per far luce sugli eventi che hanno portato al tragico incidente.

L'atteggiamento sprezzante delle autorità nei confronti del fratello e dei genitori di Mawda è inumano e indegno.

Le testimonianze dei familiari, rilasciate durante una conferenza stampa il 22 maggio, sono agghiaccianti: la madre, che stringeva la figlia ferita in attesa dell'ambulanza, non è stata autorizzata ad accompagnarla in ospedale. Dopo essere stata ammanettata, è stata separata dal marito e ha trascorso 24 ore in una cella con il figlio di 3 anni.

In tale contesto, il fatto che la famiglia abbia ricevuto un ordine di lasciare il Belgio subito dopo il funerale della figlia, mentre le indagini sulle circostanze della morte sono ancora in corso, rende questa situazione già estremamente drammatica ancora più indecente.

Il modo inaccettabile e irriverente in cui è stata trattata questa famiglia, che ha perso una figlia, può essere considerato trattamento inumano e degradante.

Vogliamo risposte

Questi fatti scioccanti sollevano molte domande e preoccupazioni sulle circostanze della tragedia. L'indagine dovrà rispondere a varie questioni.

Tre sono in particolare gli aspetti che rendono LDH particolarmente scettica:

  • Era legittimo usare un'arma da fuoco durante l'inseguimento del veicolo?
  • Perché le autorità non hanno aperto un'indagine per distinguere tra trafficanti e migranti che venivano dai primi trasportati e perché alcuni migranti, testimoni chiave per risolvere il caso, sono stati rilasciati prima dell'avvio delle indagini?
  • Come è possibile anche solo pensare di espellere i genitori, testimoni chiave nell'omicidio della loro figlia, prima della chiusura delle indagini?

I trafficanti di esseri umani, che sfruttano l'estrema vulnerabilità dei migranti, sono le uniche persone ad essere sospettate di azioni criminali qui. Con la sua attuale politica migratoria, il governo belga, che attribuisce ingiustamente lo stesso status a migranti e trafficanti, sostiene questo commercio vergognoso.

Il ministro degli interni belga ha dichiarato di voler impedire ai trafficanti di esseri umani di portare avanti le loro attività criminali. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è realizzare canali sicuri e legali per l'immigrazione.

Cosa sta ancora aspettando il governo prima di prendere seriamente in considerazione questa possibilità?

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