Technologie e Diritti

#MeAndMyRights: come posso usare la Carta dei Diritti Fondamentali?

L'UE non è molto brava ad intervenire per proteggere i diritti umani all'interno dei suoi confini, ma se pensi che l'UE o un paese membro abbiano violato la Carta, puoi intervenire tu.

by Israel Butler
L'ultima puntata della nostra serie #MeAndMyRights presentava la Carta dei Diritti Fondamentali. Ecco qui spiegato come usare la Carta per difendere i diritti umani all'interno dell'Unione Europea.

Per un individuo non esistono molti modi di utilizzare la Carta. Se pensi che l'UE l'abbia violata, o che lo abbia fatto un paese membro implementando la normativa europea, puoi presentare un ricorso.

Presentare un ricorso

In base alle procedure vigenti nel tuo paese (e a seconda di quanto il tuo governo le abbia rese costose e lente), puoi portare un caso in tribunale. Il tribunale potrà decidere se c'è stata una violazione della Carta o potrà sospendere il caso e chiedere alla Corte di Giustizia dell'UE di esaminarlo.

Puoi anche informare la Commissione Europea, che potrebbe prendere in esame il tuo ricorso. Non farti però troppe illusioni. La Commissione è responsabile di garantire che i paesi UE obbediscano alla legge europea, ma quando si è trattato di tutelare i diritti umani è stata molto timida.

Puoi poi provare a rivolgerti all'Ombudsman europeo, che si occupa dei ricorsi riguardanti la stessa UE. O alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, che si occupa dei ricorsi riguardanti gli stati membri.

Il mio governo ha appena commesso una flagrante violazione dei diritti umani, ad esempio:

  • ha rimosso la metà della Corte Suprema
  • ha vietato manifestazioni pubbliche di protesta
  • ha annegato tutti i cuccioli
  • ha attribuito tutti i canali radio e televisivi ad oligarchie filo-governative

Perché l'UE non fa qualcosa al riguardo?

L'UE non è stata molto brava nell'intervenire per tutelare i diritti umani all'interno dei paesi membri. Le piace dare lezioni ai paesi di altre parti del mondo per quanto riguarda la loro situazione dei diritti umani (finché questo non interferisce con i rapporti commerciali) e non consentirà a nessun paese di entrare a far parte dell'UE senza aver superato alcuni test sui diritti umani.

Ma una volta che un paese è dentro all'Unione, tutto ciò che quel paese deve fare è rispettare la normativa europea. E nonostante il Trattato dell'Unione Europea affermi che l'UE “si fonda” sui valori della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani, non si tratta di una legge. E' soltanto una dichiarazione che l'UE e alcuni dei suoi membri vorrebbero che si avverasse.

L'UE ha inserito alcuni diritti umani nella legislazione europea. Per esempio, ci sono leggi europee che vietano la discriminazione e i crimini di odio, proteggono irichiedenti asilo, tutelano i dati personali, proteggono i diritti delle vittime di reati e il traffico di esseri umani e i diritti degli imputati durante il processo.

Imbarazzo

Tuttavia, anche quando è evidente che i paesi stanno violando queste regole, la Commissione Europea raramente porta i governi di fronte alla corte. Stranamente, la Commissione non è altrettanto titubante nel portare i paesi di fronte alla corte per violazione delle norme commerciali o della libera concorrenza.

Ma sembra che i paesi dell'UE si sentano molto imbarazzati quando l'UE riconosce che hanno violato dei diritti umani. E la Commissione si sente imbarazzata se mette in imbarazzo un paese UE.

Anche se i Commissari europei dovrebbero essere indipendenti dai loro governi nazionali e se hanno prestato giuramento di difendere i valori UE, possono essere riluttanti nel votare a favore della Commissione quando si tratta di intervenire contro il paese da cui provengono. Dopo tutto, il ruolo di Commissario europeo dura in genere da cinque a dieci anni. E i Commissari europei devono pensare alle loro carriere politiche nazionali una volta spenti i riflettori di Bruxelles.

C'è ragione di essere ottimisti sul futuro, tuttavia. Quanto avvenuto negli ultimi due anni sembra suggerire che la Commissione sia diventata più determinata. Per esempio, dopo molti anni di pressioni sulla Commissione, finalmente è stato avviato un procedimento legale contro la Repubblica Ceca (nel 2014) e la Slovacchia (nel 2015) per aver segregato gli alunni rom nel sistema educativo. Nel dicembre 2015 è stato avviato un procedimento contro l'Ungheria per aver sfacciatamente violato le leggi sull'asilo e nel gennaio 2016 è stata aperta un'indagine sulle preoccupanti riforme in Polonia che compromettono l'attività della Corte Costituzionale e l'indipendenza dei media.


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