Un'eccezione è possibile se il tribunale decide che lo stato mentale o fisico di una persona non rappresenta una minaccia per il matrimonio o per la salute del potenziali figli. In nessun caso questa eccezione è consentita se la persona è totalmente incapace.

Tali disposizioni sono state portate di fronte alla Corte Costituzionale dal garante nazionale polacco, secondo il quale esse violano le garanzie costituzionali del diritto al rispetto della dignità e della vita privata e familiare.

L'Helsinki Foundation for Human Rights (HFHR) ha presentato un amicus brief sul caso, in cui afferma che nonostante la Costituzione Polacca non preveda una norma che possa direttamente garantire la libertà di sposarsi, non c'è dubbio che tale libertà sia uno dei più universali diritti umani.

"Ci riferiamo all'articolo 12 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, che attribuisce il diritto di sposarsi a qualunque adulto, oltre che alla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ormai da 60 anni ha definito il matrimonio un diritto umano costituzionale,” ha dichiarato Marcin Szwed, avvocato di HFHR.

Abbattiamo gli stereotipi

L'Helsinki Foundation for Human Rights ha sottolineato che esistono disposizioni che limitano la libertà di sposarsi di chi è mentalmente disturbato o malato psichico – soprattutto chi è dichiarato incapace, ma non solo.

Questi limiti sono in genere giustificati dalla necessità di proteggere chi è mentalmente o psichicamente malato dalla violenza, dalla incapacità di metter su famiglia e crescere dei figli, oltre che per ragioni eugenetiche.

"Sempre di più, questi stereotipi sulla totale incapacità dei disturbati mentali di costituire una famiglia e addirittura di crescere dei figli vengono criticati. É stato messo in luce come attraverso un adeguato supporto da parte dello stato, queste persone possono costruire situazioni familiari serene. Inoltre, nella normativa internazionale il rispetto dei diritti delle persone mentalmente o psichicamente malate è considerato un dovere,” ha aggiungo Szwed.

Standard internazionali

HFHR ha fatto riferimento alla Convenzione sui Diritti delle Persone Disabili, in particolare all'articolo 23, che vieta ai paesi di discriminare le persone disabili per quanto riguarda il diritto al matrimonio e alla tutela della vita familiare, oltre che i giudici della Corte Europea dei Diritti Umani.

La Corte di Strasburgo ha sottolineato più volte che i paesi non devono introdurre divieti generali che si fondano su stereotipi sui disabili, piuttosto dovrebbero implementare le disposizioni che consentono di valutare le capacità individuali di queste persone.

L'applicazione di questa idea può essere riscontrata nei casi di diritto di famiglia, per esempio per quanto riguarda i diritti alla genitorialità delle persone mentalmente o psichicamente disabili.