Technologie e Diritti

La Lituania combatte il crimine organizzato limitando i diritti di tutti

Le organizzazioni per i diritti civili chiedono alla Commissione Diritti Umani del Parlamento Lituano a cestinare il progetto di legge sulla prevenzione della criminalità organizzata.

by Human Rights Monitoring Institute
kaunodiena.lt
I legislatori lituani stanno provando ad estendere i poteri delle forze dell'ordine di limitare i diritti degli individui legati al mondo della criminalità organizzata.

La nuova legge, chiamata ufficialmente Legge sulla Prevenzione e il Controllo della Criminalità Organizzata, prevede almeno nove misure volte a restringere i diritti degli individui alla libertà, proprietà e privacy.

Misure severe

I tribunali avranno la possibilità di vietare a qualcuno di contattare specifiche persone, cambiare residenza (con l'obbligo di essere presenti in orari specificati), recarsi in specifichi luoghi o guidare veicoli e potranno anche prevedere l'obbligo di informare un operatore in caso di spese superiori a 1,500 euro.

Inoltre, i tribunali potranno ordinare il sequestro dei beni, obbligare una persona a dichiarare le sue proprietà e dimostrarne la legittimità, vietare temporaneamente a una persona di svolgere qualunque attività e ordinare che quella persona sia sottoposta a controllo elettronico.

Secondo Karolis Liutkevičius, esperto legale dell'Istituto di Monitoraggio sui Diritti Umani, se in termini di severità queste misure sono equivalenti a quelle usate nei procedimenti penali, allo stesso tempo non presentano alcuna garanzia procedurale per la protezione dei diritti umani:

“Vengono applicate quando una persona non rispetta gli avvertimenti dati dalle forze dell'ordine per non violare la legge. Non è chiaro perché, in specifiche circostanze, le forze dell'ordine non potrebbero semplicemente avviare delle indagini preliminari,” ha dichiarato Liutkevičius.” Inoltre, la legge prevede una procedura “semplificata” per fare richiesta di queste misure, ma non prevede alcuna tutela contro l'abuso, per esempio, specificando che le misure in questione dovrebbero essere usate soltanto in casi eccezionali.”

Nessuna possibilità di ricorso

Secondo Liutkevičius, il principale problema è che gli individui coinvolti non potrebbero avvalersi dei diritti e delle garanzie previste nei procedimenti penali, come il diritto all'interpretazione e alla traduzione, il diritto al gratuito patrocinio, il diritto di fornire prove e tanti altri.

La legge consentirebbe alle autorità di sequestrare la proprietà di una persona, ma, ancora una volta, questa misura non prevederebbe le apposite garanzie procedurali stabilite dalla legge penale. I funzionari potrebbero anche riprendere, fare foto e raccogliere dati biometrici delle persone sottoposte alle misure di controllo (un avviso ufficiale o un'ordinanza del tribunale).

"Inoltre, se consideriamo il contenuto, si tratta di misure di coercizione usate nei procedimenti penali, ma, diversamente da quanto previsto dal Codice di Procedura Penale, un individuo non ha la possibilità di fare ricorso contro di esse e quindi di difendere i propri diritti,” ha sottolineato Liutkevičius.

La legge contiene un'altra disposizione preoccupante: stabilisce che se una persona non si presenta all'udienza relativa all'ordinanza del tribunale, quest'ultimo deve ordinare la sua custodia temporanea fino a 48 ore. “Il tribunale non può esercitare la sua discrezionalità per quanto riguarda la detenzione – deve ordinarla in ogni caso,” ha aggiunto Liutkevičius.

Sia l'Istituto di Monitoraggio sui Diritti Umani e il Centro Lituano per i Diritti Umani chiedono alla Commissione Diritti Umani di cestinare la legge.

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