Democrazia e Giustizia

Lettera a Timmermans: Commissione deve intervenire contro violazioni in Ungheria

Questa è la nostra lettera, co-firmata da Hungarian Civili Liberties Union e Hungarian Helsinki Committee, al vice-presidente della Commissione Frans Timmermans, con cui sollecitiamo un intervento per proteggere le ONG e lo stato di diritto in Ungheria.

by LibertiesEU

Caro primo vice-presidente Timmermans,

come lei ben sa, il 13 giugno 2017 il parlamento ungherese ha approvato la Legge sulla Trasparenza delle Organizzazioni Finanziate dall'Estero. La legge fa parte di una serie di misure avviate nel 2013 e volte a screditare e silenziare le organizzazioni della società civile che stanno provando a rendere il governo responsabile dei suoi impegni riguardanti l'anti-corruzione, la protezione ambientale, i diritti fondamentali, la democrazia e lo stato di diritto.[1] Altre misure includono accuse infondate da parte di membri del governo ungherese, notizie ingannevoli da parte di media filo-governativi, il contenuto della cosiddetta consultazione 'Fermiamo Bruxelles', oltre che indagini avviate senza motivo. Per farsi un'idea del tenore delle calunnie del governo, basta ascoltare il recente discorso del Primo Ministro Orbán in cui accusa le ONG di formare una 'mafia collettiva' insieme trafficanti.[2]

Preoccupazioni sul disegno di legge T/14967 sono state espresse da numerose figure e istituzioni responsabili della tutela della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali, tra cui lei.[3] Sono state fatte svariate richieste al governo ungherese di modificare significativamente o ritirare l'intero disegno di legge.[4]

Riteniamo che la legge che è stata approvata sia di fatto la stessa prevista dal disegno originale, alla quale il governo ha apportato solo modifiche superficiali. Nella sua forma definitiva, la legge continua ad essere in conflitto con varie disposizioni del diritto europeo, tra cui la Direttiva 2015/849 sull'anti-riciclaggio e sul finanziamento del terrorismo, l'Articolo 63 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea e la Direttiva 88/361 riguardante la libera circolazione di capitali, oltre che varie disposizioni della Carta Europea dei Diritti Fondamentali. La legge approvata non ha fatto proprie le raccomandazioni contenute nel parere preliminare della Commissione Venezia, rilasciate prima dell'approvazione della legge stessa.[5] In seguito all'approvazione della legge, nel parere finale della Commissione Venezia si legge che 'essa interferirà in maniera sproporzionata e inutile con le libertà di associazione e di espressione, il diritto alla privacy e il divieto di discriminazione'.[6]

Hungarian Civil Liberties Union, Hungarian Helsinki Committee e Liberties ribadiscono che questa legge non è necessaria e dovrebbe essere abrogata. La legge precedente garantiva già la trasparenza finanziaria delle organizzazioni della società civile

Le organizzazioni della società civile costituiscono una parte essenziale dell'infrastruttura nazionale necessaria per proteggere e promuovere lo stato di diritto, i diritti fondamentali e la democrazia, come più volte dichiarato dalle istituzioni UE.[7] L'implementazione dei valori fondamentali UE si basa sull'esistenza di organizzazioni della società civile adeguatamente finanziate e libere di portare avanti le loro attività senza interferenze. Consapevole di questo, l'UE ha previsto un sostegno tecnico, finanziario e politico alla società civile, affinché si sviluppi nei paesi terzi, per esempio durante il processo di ingresso nell'UE.

Le chiediamo di rilasciare una dichiarazione in sostegno alle organizzazioni indipendenti della società civile che operano in Ungheria per promuovere i valori fondamentali dell'UE. Le chiediamo inoltre di istituire un servizio ad hoc all'interno della Commissione Europea che riferisca direttamente a lei, che la società civile possa contattare per denunciare persecuzioni e restrizioni illegali al proprio lavoro.

Chiediamo alla Commissione Europea di procedere il più velocemente possibile all'apertura di un procedimento di infrazione contro il governo ungherese come previsto dalla legge. Tuttavia, la Commissione Europea dovrebbe riconoscere che la procedura di infrazione di per sé è uno strumento inadeguato per contenere una strategia concertata e olistica volta a smantellare l'infrastruttura a sostegno degli standard democratici, della protezione dei diritti fondamentali e dello stato di diritto. Anche quando la procedura di infrazione porta ad una sentenza favorevole da parte della Corte di Giustizia, la sentenza può essere implementata in modo tale da non avere alcun impatto concreto, come ben illustrato dal caso Commission v Hungary.[8]

Di conseguenza, chiediamo alla Commissione Europea di attivare la procedura dello stato di diritto nei confronti dell'Ungheria. Dopo sette anni di misure volte a erodere il bilanciamento di poteri e a spingere verso l'esecutivo, gli organismi responsabili del mantenimento dello stato di diritto in Ungheria non sono in grado di proteggere i diritti fondamentali o mantenere degli standard democratici. Attivando la procedura dello stato di diritto, la Commissione potrà produrre raccomandazioni più generali nei confronti del governo ungherese, attraverso un dialogo formale, su come riportare lo stato in linea con i valori fondamentali dell'UE. Questo può servire da autorevole punto di partenza per ulteriori discussioni sulla situazione negli stati membri nel Consiglio.

Chiediamo infine alla Commissione Europea di lavorare insieme al Parlamento Europeo e al Consiglio per prendere le misure in sostegno alle organizzazioni della società civile che promuovono l'implementazione delle leggi e dei valori fondamentali UE. Se quello dell'Ungheria può essere l'esempio più estremo, le organizzazioni della società civile stanno subendo limitazioni alle loro attività, tagli ai finanziamenti e attacchi alla loro reputazione anche in altri stati membri. L'Unione deve quindi prendere misure in sostegno alle organizzazioni della società civile che all'interno dell'UE promuovono i valori fondamentali dell'Unione. Un tale finanziamento dovrebbe prevedere fondi, sostegno dei contenziosi e attività di monitoraggio e di capacity building.

Distinti saluti,

Balazs Denes

Direttore Esecutivo

Civil Liberties Union for Europe

anche per conto di:


Stefánia Kapronczay

Direttore Esecutivo

Hungarian Civil Liberties Union

Márta Pardavi

Co-presidente

Hungarian Helsinki Committee


[1] Hungarian Helsinki Committee et al., ‘Cronologia degli attacchi da parte del governo alle organizzazioni della società civile ungherese’, 7 aprile 2017.

[2] Il discorso di chiusura dell'evento di Consultazione Nazionale, pronunciato dal Primo Ministro Viktor Orbán il 27 giugno 2017 a Budapest, disponibile sul sito del governo ungherese, http://www.kormany.hu/.

[3] Osservazioni di apertura del Primo Vice-Presidente Frans Timmermans durante il dibattito del Parlamento Europeo sull'Ungheria, 26 aprile, 2017.

[4] Risoluzione del Parlamento Europeo del 17 maggio 2017 sulla situazione in Ungheria; Risoluzione 2162 (2017) dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, 27 aprile 2017; Agenzia Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, “FRA esprime preoccupazione per le minacce alla società civile e alla libertà dell'istruzione nell'UE', 10 aprile 2017; Commissario Diritti Umani del Consiglio d'Europa, “Commento Diritti Umani: limitazioni dello spazio delle organizzazioni per i diritti umani', 4 aprile 2017.

[5] Commissione Venezia, 'Ungheria – Parere preliminare sul disegno di legge sulla trasparenza delle organizzazioni che ricevono sostegno dall'estero', CDL-PI(2017)002-e, 2 giugno 2017.

[6] Commissione Venezia, 'Ungheria – Parere preliminare sul disegno di legge sulla trasparenza delle organizzazioni che ricevono sostegno dall'estero', CDL-AD(2017)015-e, 20 giugno 2017, par. 64.

[7] Conclusioni del Consiglio sull'impegno UE con la società civile in tema di relazioni esterne, 10279/17, 19 giugno 2017; Conclusioni del Consiglio sulla situazione della democrazia e dello sviluppo sostenibile: impegno della società civile in tema di relazioni esterne, 14535/12, 15 ottobre 2012; Comunicazione della Commissione “La situazione della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa con la società civile in tema di relazioni esterne', COM(2012) 492, 12 settembre 2012.

[8] Caso C-286/12 Commission v Hungary, EU:C:2012:687, 6 novembre 2012. Meno di un quinto dei giudici costretti al pensionamento sono stati reintegrati e non sempre nelle loro precedenti posizioni. Per approfondire vedi: Halmai G., The early retirement age of the Hungarian Judges’, in Fernanda, N. & Davis, B., (a cura di)., ‘EU Law stories: Contextual and critical histories of European jurisprudence’, 2017, capitolo 24.



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