Fabrizio Pellegrini è un pianista italiano di 47 anni. Soffre di una sindrome fibromialgica, una patologia caratterizzata da dolore cronico diffuso e da una risposta al dolore intensificata dalla pressione.
Un vuoto da riempire
Una delle terapie possibili e più naturali per la sua malattia è l'uso di cannabis. Nonostante l'Abruzzo, regione in cui vive, abbia approvato nel 2013 una legge che legalizza l'uso terapeutico di cannabis, accedere a questa terapia è ancora troppo costoso e non è possibile ottenerla gratuitamente.
Per questo motivo, Pellegrini ha deciso di coltivare da solo alcune piante di marijuana. Il problema è che l'auto-produzione di questo tipo di “droga” è tuttora un reato, sia a livello regionale che nazionale.
Pellegrini è stato arrestato e mandato in carcere, nonostante le sue precarie condizioni e, conseguentemente, la sua terapia è stata sospesa.
Un'ampia mobilitazione
L'avvocato di Pellegrini, Vincenzo di Nanna, non lo ha lasciato solo. Supportato dal suo assistente Giuseppe Rossodivita e dalla senatrice Stefania Pezzopane, ha lanciato una campagna per chiedere l'intervento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Fortunatamente, il giudice che ha seguito il caso, Maria Rosaria Parruti, ha tenuto conto del fatto che la detenzione ha provocato un peggioramento delle sue condizioni e quindi ha deciso di mandarlo agli arresti domiciliari.
“Il giudice ha riconosciuto la gravità della situazione ed è intervenuto nel miglior modo possibile. Ma fino a quando il sistema della giustizia dovrà rimediare alle lacune politiche?” si chiede Di Nanna.
Aspettando la legge
Nel frattempo sono in corso campagne per la legalizzazione della cannabis, sia ad uso terapeutico che ricreativo. La discussione in Parlamento sulla legalizzazione è stata rinviata a settembre. E' chiaro che i politici devono cambiare opinione sull'uso della cannabis e riconoscere le suecapacità terapeutiche.
Continueremo a fare pressione sul governo italiano finché la legge non diventerà realtà.