Democrazia e Giustizia

Lanciata in Italia l'iniziativa 'Welcoming Europe'

“Welcoming Europe: per un’Europa che accoglie”: lanciata la prima Iniziativa dei Cittadini Europei per un'Europa accogliente.

by Flaminia Delle Cese

La prima Iniziativa dei Cittatini Europei (European Citizens' Initiative – ECI) per potenziare un'Europa accogliente è stata lanciata in Italia il 19 aprile 2018. Con il nome “Welcoming Europe: per un'Europa che accoglie”, intende raccogliere un milione di firme in sostegno all'iniziativa. E' possibile firmare la petizione a questo link.

L'ECI è uno strumento di partecipazione democratica che consente ai cittadini di proporre concrete modifiche di legge in qualunque campo in cui la Commissione Europea abbia il potere di legiferare. A questo scopo, è necessario che attraverso l'Iniziativa si raccolgano un milione di firme entro 12 mesi in almeno sette stati membri UE. “Welcoming Europe”, approvata dalla Commissione Europea il 14 febbraio 2018, dovrà quindi raccogliere il numero di firme richieste entro il mese di febbraio 2019.

Oltre che in Italia, si sono costituiti comitati promotori in Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. L'ECI ha tre obiettivi: fermare la criminalizzazione dell’aiuto umanitario, estendere i programmi di sponsorship rivolti ai rifugiati e rafforzare i meccanismi di tutela dei diritti civili per i rifugiati e i migranti.

Decriminalizzazione della solidarietà

In almeno 12 paesi dell’Unione Europea distribuire alimenti e bevande, dare un passaggio, comprare un biglietto o ospitare un migrante sono comportamenti spesso trattati come ‘favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ per i quali è possibile ricevere una multa o essere arrestati dalle autorità giudiziarie. Nel mese di marzo 2018, ad esempio, una guida alpina francese è stata accusata di ‘traffico di esseri umani’ per avere dato soccorso ad una donna incinta all’ottavo mese che stava attraversando la frontiera con la sua famiglia.

Questo è possibile perché la normativa UE non chiarisce la differenza tra traffico, contrabbando e assistenza umanitaria. Con queste politiche, l’obiettivo dei governi è dunque di scoraggiare i volontari a fornire aiuto umanitario ai migranti che ne hanno bisogno, poiché si pensa che questo aiuto possa costituire un fattore di attrazione per i flussi migratori.

Per affrontare questa criminalizzazione dell’aiuto umanitario, l’ECI chiede tra l’altro alla Commissione Europea di modificare la direttiva dell’Unione Europea sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (2002/90/CE), per impedire agli stati membri di imporre sanzioni a cittadini o ONG che forniscono assistenza umanitaria senza scopo di lucro a coloro che ne hanno bisogno.

Ampliare i programmi di sponsorship rivolti ai rifugiati

Un altro obiettivo dell’ECI è quello di creare vie sicure di ingresso complementari a programmi nazionali di reinsediamento. In questo ambito, la società civile potrebbe anche portare un contributo rilevante attraverso le sponsorship private, che in altri paesi hanno un ruolo importante nel facilitare l’integrazione dei rifugiati appena arrivati sul territorio, grazie al sostegno e alla mobilitazione della comunità, di gruppi religiosi, di ONG, di aziende private e di famiglie di rifugiati reinsediati.

In questo senso, l’iniziativa chiede alla Commissione Europea di modificare il Regolamento UE 516/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio e di attivare un nuovo programma di finanziamento nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (Asylum, Migration and Integration Fund - FAMI) per sostenere i programmi di sponsorship privata della società civile.

Rafforzamento dei meccanismi di tutela dei diritti civili

Molti migranti sono vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, ma hanno difficoltà nell’accesso alla giustizia. In questo ambito, il testo propone dunque il rafforzamento dei meccanismi di tutela e di ricorso nel caso di violazioni dei diritti umani o di abusi da parte delle forze di polizia nazionali e di quelle di paesi terzi.

L’ECI chiede in particolare la protezione di tutte le persone, indipendentemente del loro status, e la garanzia dell’accesso alla giustizia, introducendo negli stati membri meccanismi che permettano alla vittime di presentare ricorsi e sporgere denunce in modo sicuro, assieme ad una tutela in caso di violazioni dei diritti fondamentali alle frontiere.

L’iniziativa è sostenuta da una ampia coalizione di organizzazioni della società civile, tra cui anche la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), membro di Liberties, e A Buon Diritto.

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