In teoria, una firma sarebbe sufficiente; gli ultimi 20 anni, tuttavia, ci hanno mostrato che i rumeni non sanno quando rivolgersi ai loro garanti e che questo ufficio non sta facendo grandi sforzi nello svolgere il suo lavoro.
In Romania, spesso si sentono le persone dire “Siamo cittadini europei e abbiamo diritti.” Queste parole esprimono disaccordo o indignazione verso le azioni dei politici, le persone al potere o altri gruppi.
Ma cosa accadrebbe se togliessimo la parola “europei” da questa frase? I rumeni potrebbero dire “Siamo cittadini e abbiamo diritti.” Avrebbero pienamente ragione. Tutti sappiamo che, come cittadini rumeni, hanno dei diritti. Questi diritti sono contenuti nelle prime righe della sezione due della Costituzione - “Diritti fondamentali, libertà e doveri.”
Scarsa consapevolezza
Molti cittadini non sono consapevoli che i loro diritti costituzionali possono essere protetti, attraverso un ricorso o d'ufficio, da un'istituzione che, in base alla Costituzione, ha esattamente questo mandato: l'Ufficio del Difensore Civico (“l'Avvocato della gente”).
"Il difensore civico è nominato per un periodo di 5 anni per proteggere i diritti e le libertà degli individui,” si legge nella Costituzione. Anche se pochi cittadini sono consapevoli che quando un loro diritto viene violato dalle autorità pubbliche – diritti come quello alla salute o a ricevere informazioni pubbliche dai governi locale o centrale – possono chiedere giustizia, di fronte al tribunale, attraverso questa figura.
E' questa la ragione per cui l'Associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Romania – l'Helsinki Committee (APADOR-CH) e altre due ONG rumene stanno lavorando da due anni ad un progetto volto a far conoscere l'Ufficio del Difensore Civico ai cittadini, progetto che consentirebbe anche di rendere questo istituto più efficiente.
Ascoltare le persone
Le ONG hanno analizzato il lavoro del garante, lo hanno confrontato con quello di istituzioni simili in Europa e hanno provato a capire cosa funziona e cosa no nel modo in cui è organizzato. Il progetto evidenzia in quali aree le ONG ritengono possa essere migliorato e, soprattutto, sollecita le persone a rivolgersi al garante quando i loro diritti vengono violati.
Nelle ultime due settimane, le ONG si sono recate in tutte le città rumene in cui esiste un ufficio locale del difensore civico -Pitești, Ploiești, Oradea, Iași, Alba Iulia, Timișoara, Brașov, Suceava, e Cluj. Hanno parlato con i cittadini del mandato dei garanti.
Le organizzazioni hanno raccolto idee e ascoltato le opinioni su come questa istituzione dovrebbe o non dovrebbe operare. Alcuni hanno opinioni negative, del tipo “non funziona,”, “è politicizzato,” o “faremmo meglio a chiuderlo”; altri sono più positivi e dicono, “Abbiamo bisogno di un avvocato che sia nominato dalle persone, perché è così che è chiamato questo istituto – l'Avvocato della gente.” (E' questa la traduzione del termine rumeno per definire il difensore civico).
Problema di immagine
La conclusione è stata che, a prescindere dai pro e contro, le persone sentono il bisogno di un maggior coinvolgimento di questa istituzione nei problemi della società rumena, dove il governo emette ordinanze di emergenza anche quando non c'è alcuna urgenza e il sistema sanitario è pieno di carenze.
Questo istituto è presente in Romania da almeno 20 anni, ma la sua cornice giuridica è restata pressoché la stessa. L'eccessiva politicizzazione del governo delle istituzioni ha contribuito, come è avvenuto anche per quanto riguarda il Servizio Televisivo Nazionale, alla sistematica erosione della sua immagine, con sempre meno cittadini che credono nella sua utilità ed efficacia.
I rumeni hanno bisogno di un difensore civico efficace ed efficiente. L'efficacia si misura con il coinvolgimento sistematico di questo istituto in tutti i singoli ricorsi presentati dai cittadini comuni, che dovrebbero potervi accedere a costi contenuti.
O, come qualcuno ha detto alla Conferenza a Timisoara: “Quante firme servono per convincere il difensore civico ad intervenire, a sentirsi preso in causa?” Tutto ciò che serve è che ogni cittadino che presenta un ricorso firmi. E i cittadini devono presentare un ricorso ogni volta che i loro diritti vengono violati.
E siccome siamo cittadini e abbiamo diritti, ti invitiamo a saperne di più del nostro progetto su drepturicivile.ro
Mihaela Pop è laureata in Giurisprudenza all'Università di Bucarest e ha un master in Comunicazione Pubblica conseguito presso l'Università per la Difesa Nazionale. Dal 2014 lavora con associazioni della società civile impegnate sui temi dei diritti umani, in particolare la libertà di espressione. Dal 2015 è membro di APADOR-CH.