Technologie e Diritti

La Turchia deve concedere più alternative agli insegnamenti di religione

Il sistema educativo turco – che consente l'esenzione dagli insegnamenti di religione solo agli alunni cristiani ed ebrei – è ancora inadeguatamente attrezzato per assicurare il rispetto delle credenze dei genitori, sostiene la Corte dei Diritti Umani.

by Polish Helsinki Foundation for Human Rights

Gli Aleviti sono seguaci di un sistema etico-religioso islamico che unisce la fede negli Imam con credenze pagane. Costituiscono il 20-30% della popolazione in Turchia. L'Alevismo si differenzia significativamente dall'Islam Sunnita, che è praticato dalla maggioranza dei cittadini turchi.

Lezioni di religione obbligatorie

Quattordici cittadini turchi, aderenti alla fede Alevita e genitori di bambini della scuola secondaria, hanno chiesto al Ministro dell'Istruzione di avviare una procedura di consultazione tra i capi della comunità Alevita al fine di revisionare i programmi delle lezioni di religione ed etica per includere la cultura e la filosofia Alevita. Essi lamentano che il contenuto delle lezioni obbligatorie di religione ed etica nelle scuole si fonda sull'interpretazione sunnita dell'Islam. Dopo aver saputo della decisione di rifiutare la loro proposta, hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo. I tribunali hanno rigettato l'appello, basandosi sul parere degli esperti, secondo i quali il programma non darebbe priorità ad alcuna particolare fede religiosa e adotterebbe un approccio sovra-confessionale.

In base all'articolo 2 del Protocollo 1 (diritto all'istruzione), i genitori hanno presentato un'istanza alla Corte Europea dei Diritti Umani. Nella richiesta, essi lamentano che il contenuto della lezioni obbligatorie di religione ed etica nelle scuole è basato sull'interpretazione sunnita dell'Islam e che loro, in quanto genitori, sono privati del diritto di scegliere la fede religiosa e filosofica, in conformità alla quale i loro bambini sono stati cresciuti ed educati.

Conflitto di lealtà

Nella sua sentenza del 16 settembre 2014, la Corte ha fatto riferimento ai significativi cambiamenti nei programmi delle lezioni obbligatorie di religione ed etica avvenuti sulla scia della sentenza Hasan and Eylem Zengin del 2007. La Corte ha osservato, tuttavia, che questi cambiamenti si limitano all'inclusione di informazioni sulle varie fedi esistenti in Turchia, mentre i principali aspetti dei programmi non sono stati revisionati significativamente e sono incentrati soprattutto sulla conoscenza dell'Islam così come praticato e interpretato dalla maggioranza sunnita turca. La CEDU ha affermato che non è suo compito prendere una posizione su una questione correlata alla teoria islamica, ma nonostante ciò ha sottolineato l'obbligo di neutralità e imparzialità dello stato nel regolamentare le questioni religiose.

Il fatto che i programmi delle lezioni di religione ed etica diano priorità all'Islam così come praticato e interpretato dalla maggioranza della popolazione turca non è di per sé una deviazione dai principi del pluralismo e dell'obiettività. Tuttavia, considerando le caratteristiche peculiari della fede Alevita, i ricorrenti avrebbero potuto legittimamente ritenere che l'approccio adottato nelle classi potrebbe causare un conflitto di lealtà nei bambini tra i valori che vengono insegnati a scuola e i loro propri valori.

Deroghe

La Corte non ha preso in considerazione il modo in cui un tale conflitto potrebbe essere evitato senza una specifica procedura di deroga. Il sistema turco offre soltanto agli alunni cristiani ed ebrei la possibilità di essere esentati dalle lezioni di religione ed etica. Una tale esenzione andava intesa come protezione degli alunni dai conflitti tra l'istruzione religiosa impartita a scuola e le opinioni religiose e filosofiche dei loro genitori. Il tribunale ha rilevato che quasi tutti gli stati membri offrono almeno un programma che gli alunni possono scegliere in alternativa alle lezioni di religione, fornendo un sistema di deroghe o di possibilità di scegliere delle materie alternative, o rendendo la frequenza alle lezioni di religione totalmente opzionali.

Il tribunale ha concluso che il sistema educativo turco è ancora inadeguatamente attrezzato per assicurare il rispetto delle credenze dei genitori e che c'è stata violazione dell'articolo 2 del Protocollo n. 1. Siccome i ricorrenti non hanno sottoposto una richiesta di equo risarcimento, neanche la Corte non lo ha ordinato. Dal momento che la violazione è stata sollevata come problema strutturale, la CEDU ha stabilito che la Turchia deve implementare appropriate misure per rimediare alla situazione, in particolare introducendo un sistema in cui gli alunni possano essere esentati dalle lezioni religiose ed etiche senza che i loro genitori siano tenuti a rivelare le loro credenze religiose o filosofiche.

La decisione sul caso richiama la sentenza del 2010 Grzelak v. Poland, che deve ancora essere eseguita dal governo polacco. In quel caso, i genitori di un alunno di una scuola primaria hanno chiesto alle autorità scolastiche di organizzare una lezione di etica per lui. Siccome il loro figlio non frequentava le lezioni di religione a scuola, le sue relazioni e certificati scolastici contenevano una linea retta invece di una spunta su “religione/etica.” Dal momento che le lezioni di etica non erano disponibili, una tale relazione rivelava le credenze religiose della famiglia. La Corte ha stabilito che c'è stata violazione dell'articolo 14 (divieto di discriminazione) e dell'articolo 9 (libertà di pensiero, coscienza e religione).

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