Monitoraggio UE

Cos'è 'famiglia'? Romania invischiata nel dibattito costituzionale

Il matrimonio dovrebbe essere accessibile a tutti, non solo alle coppie formate da un uomo e una donna. Centinaia di organizzazioni civili e cittadini rumeni vogliono fermare il referendum che potrebbe limitare la definizione costituzionale di "famiglia".

by The Association for the Defense of Human Rights in Romania – the Helsinki Committee
100 organizzazioni non governative, movimenti civili e cittadini rumeni hanno creato una piattaforma chiamata “RESPECT”. La Piattaforma per i Diritti e le Libertà” (RESPECT. Platforma pentru Drepturi și Libertăți) intende bloccare un emendamento alla Costituzione Rumena che restringerebbe ulteriormente i diritti fondamentali e le libertà istituendo una nuova definizione legale di “famiglia”.
La piattaforma è stata lanciata nel mese di maggio 2017, quando è stato stilato un manifesto che si basa sui seguenti principi: “Siamo tutti cittadini uguali: RISPETTO per tutti! Diritti umani e libertà fondamentali non possono essere messi al voto.

I firmatari sollecitano altri movimenti civili, organizzazioni e cittadini a mobilitarsi e sollevarsi per questi principi, che sono essenziali in una democrazia. I firmatari sollecitano anche i politici e le istituzioni dello stato a fermare il referendum volto a modificare la Costituzione. Inoltre, stanno valutando di rivolgersi ai membri del Parlamento Europeo.

3 milioni di firme

Nel 2016, un'iniziativa dei cittadini definita “Coalizione per la famiglia” (Coalitia pentru Familie), di cui non si conoscono i leader, ha presentato oltre 3 milioni di firme di cittadini al Parlamento, che chiedono la modifica della Costituzione per ridefinire la nozione di famiglia. Al momento, l'articolo 48 della Costituzione della Romania, approvata nel 1991, definisce “famiglia” in questi termini:

"La famiglia si fonda sul libero consenso tra gli sposi, sulla loro uguaglianza e sul diritto e il dovere dei genitori di assicurare l'educazione e la formazione dei figli”.

I proponenti dell'emendamento vogliono che il testo costituzionale venga modificato come segue:

La famiglia si basa sul libero consenso tra un uomo e una donna...”

Questo ha provocato una serie di accesi dibattiti che da qualche mese dividono la società rumena, in particolare perché la cosiddetta Coalizione per la Famiglia non sembra volersi fermare qui, bensì continuare a colpire certi diritti e imporre limiti alle donne e alle persone LGBT, per esempio contestando il diritto all'aborto e all'inseminazione artificiale.

In arrivo un referendum?

La Romania non dispone ancora di una legge che autorizza le unioni civili, né è previsto il matrimonio per le coppie omosessuali. La questione non è stata sollevata pubblicamente, neanche dalle organizzazioni che si battono per i diritti LGBT.

L'iniziativa per questa modifica costituzionale è stata validata dalla Corte Costituzionale rumena, che ha ritenuto che essa sia conforme ai requisiti legali e la Camera dei Deputati ha già votato a grande maggioranza la possibilità di indire un referendum sull'emendamento alla Costituzione.

Ora la seconda camera del Parlamento, il Senato, dovrà esprimersi sull'opportunità di indire un referendum per modificare o meno la definizione costituzionale di 'famiglia'.

Nessuno dei partiti politici rumeni ha assunto una posizione netta contro questo referendum. E' per questo che la società civile e i movimenti civili si sono riuniti per protestare contro la Coalizione per la Famiglia. E' difficile stabilire se sia possibile fermare questo referendum. In ogni caso, affinché sia valido, dovrebbe votare almeno il 30% degli aventi diritto.

100 organizzazioni: 'Parità di diritti per tutti'

La piattaforma RESPECT, lanciata formalmente a Bucarest il 7 giugno 2017, evidenzia che “le più grandi minacce per le famiglie sono: povertà e corruzione; distruzione dello stato di diritto; diseguaglianze; mancanza di unità, solidarietà, rispetto e fiducia reciproca; accesso limitato alla casa e a servizi sanitari adeguati; alti tassi di mortalità materno-infantile; assenza di parità di accesso all'istruzione di qualità, compreso il numero insufficiente di asili nido e scuole materne; mancanza di lavoro”.

I fondatori della Piattaforma sono le più note organizzazioni non governative rumene impegnate sui diritti civili (Pro Democracy, APADOR-CH, Active Watch, ACCEPT, Resource Center for Public Participation, Euroregional Center for Public Initiatives, FILIA Center, The Center for Public Innovation, the Center for Independent Journalism, Civil Society Development Foundation (FDSC), Romania Initiative, Demos Platform). Ad esse si sono unite altre 87 organizzazioni, gruppi civili e cittadini in qualità di membri e sostenitori della piattaforma.

La piattaforma “RESPECT” non rappresenta posizioni individuali o agende dei suoi membri, bensì un obiettivo unico, come dichiarato nel suo manifesto.

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