Una donna ceca, Stella, ha partorito la figlia in un ospedale di Neratovice. Avrebbe voluto partorire in maniera sicura, con l'aiuto e il sostegno empatico di professionisti sanitari e la massima attenzione verso il bambino. Invece, ha vissuto un incubo.
Subito dopo l'arrivo in ospedale, si è trovata a dover firmare un documento di molte pagine dal titolo “Gestire il travaglio e il parto.” Siccome Stella era già in travaglio e non riusciva a concentrarsi sulla lettura del testo, ha chiesto al personale di illustrarle il contenuto. Il personale ha risposto che si trattava semplicemente di un “consenso alla nascita.”
Considerato che Stella non capiva il contenuto, né è stata messa nelle condizioni di leggere il documento con calma, ha deciso di non firmare. Così, da subito, è stata etichettata come “problematica.”
Ignorate le volontà della madre
Stella ha consegnato allo staff il suo programma per il parto quando è arrivata in ospedale, ma questo è stato completamente ignorato. Il compagno presente – padre del bambino – si è sentito dire che le loro pur legittime richieste non sarebbero state soddisfatte, senza fornire spiegazioni. Contrariamente alla volontà di Stella, sono stati fatti i seguenti interventi:
- Il ricorso all'ossitocina, in una posizione imbarazzante e inadeguata, con le gambe sui manici e all'episiotomia (nonostante il dissenso verbale); la mancata trasformazione della placenta in integratore alimentare (capsula) e la violazione della privacy durante il parto (5-6 persone sono entrate in sala parto prima della conclusione dell'evento).
- Vari interventi sul corpo della bambina svolti dal personale senza alcuna spiegazione e in aperto conflitto con la volontà di entrambi i genitori – ad esempio il taglio del cordone ombelicale immediatamente dopo la nascita, senza preservare il suo prezioso sangue.
- Il medico curante ha negato assistenza ambulatoriale dopo il parto ad un'utente sana, perfino dopo una consultazione telefonica in cui la neonata è stata obbligatoriamente presa in cura dal suo pediatra.
Stress post-traumatico
L'intero parto è diventato un'esperienza davvero spaventosa per Stella e il suo compagno, un'esperienza con cui tutta la famiglia ha dovuto fare i conti. Per il primo anno dopo il parto, Stella ha dovuto ricorrere al sostegno psicoterapeutico, perché ha sofferto di disturbo da stress post-traumatico in conseguenza del parto.
Nonostante questo, ha deciso di battersi contro questo trattamento. Ha presentato un reclamo contro la procedura adottata dal personale insieme alla Lega Ceca per i Diritti Umani. Dopo che l'ospedale ha respinto la sua richiesta, ha avviato un'azione legale contro la struttura. Grazie all'impegno di Stella, si spera che nessun'altra madre si trovi a vivere un incubo simile in un ospedale ceco.