Technologie e Diritti

CPT sollecita a cambiare le carceri belghe “senza ulteriore ritardo”

Il Comitato contro la tortura del Consiglio d'Europa chiede al legislatore belga di implementare servizi minimi all'interno delle carceri e di rispettare i diritti e le libertà sia del personale penitenziario che dei detenuti.

by David Morelli
(Foto: Luca Rossato)
Il Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura e dei trattamenti inumani e degradanti (CPT) ha realizzato una visita in Belgio tra il 7 e il 9 maggio 2016, per verificare le conseguenze degli scioperi del personale sulle condizioni di detenzione.

La delegazione del CPT non ha riscontrato alcun segnale di maltrattamento dei detenuti da parte dello staff. Tuttavia, il CPT ha sottolineato che i detenuti erano sottoposti a condizioni di detenzione inumani e degradanti, cosa ancor più inaccettabile considerato che in alcuni istituti penitenziari lo sciopero è durato oltre due mesi.

Per questo il CPT ritiene che la situazione sia un “esempio palese del bisogno di prevedere servizi minimi all'interno degli istituti penitenziari, cosa che il CPT raccomanda da tempo.”

'Servizi minimi'

Cosa si intende per “servizi minimi”? L'obiettivo è che ogni detenuto sia in grado di avere accesso a:

  • Pasti serviti ad orari prestabiliti;
  • Assistenza sanitaria senza limiti (compreso un accesso rapido alle cure d'urgenza, accesso continuo alle terapie somatiche o psichiatriche sia dentro che fuori dal carcere);
  • Possibilità di camminare per almeno un'ora al giorno;
  • Una buona igiene personale (in particolare attraverso un accesso regolare alle docce e ai servizi di lavanderia e di pulizia della cella);
  • Continui contatti con il mondo esterno (compreso il proprio avvocato) attraverso la posta, le telefonate e le visite;
  • Visite regolari da parte dei propri familiari e possibilità di incontrare i propri figli in condizioni adeguate.

I detenuti dovrebbero poter godere di questi “servizi minimi” in qualunque momento, anche durante gli scioperi del personale penitenziario, o quando in generale le carceri si trovano in situazione di carenza di staff. Come evidenziato dal CPT, “l'integrità psico-fisica dei detenuti e la loro dignità sono a rischio. Garantirle è un obbligo per lo stato belga, cosa che non può essere elusa in nessuna circostanza.”

Le richieste cadono nel vuoto

E' evidente che le autorità belghe sono a lungo rimaste sorde alle ripetute richieste presentate dal CPT.

Nel suo rapporto, il CPT ha sottolineato che “nulla delle leggi sui diritti umani in Europa vieta di intervenire, anche attraverso misure legislative che prescrivano servizi minimi per i detenuti, nel rispetto dei diritti e delle libertà del personale penitenziario. La possibilità di chiedere condizioni di lavoro migliori, in particolare nell'ambito di azioni concertate o collettive, è un diritto che dovrebbe essere rinforzato garantendo che siano rispettati servizi minimi.”

Il CPT sottolinea che occorre superare la distinzione tra, da un lato, l'implementazione di servizi minimi all'interno del contesto carcerario e, dall'altro lato, l'implementazione di tali servizi all'interno di altri ambiti dei servizi pubblici.

E' infine molto importante anche tener conto del fatto che, considerata la totale privazione della libertà, i detenuti sono totalmente dipendenti dallo staff penitenziario, per il cibo, le attività fuori dalla cella, l'accesso all'assistenza sanitaria o i contatti con il mondo esterno.

Lo stato ha degli obblighi specifici in relazione a questi individui in tema di divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti, che sono assoluti.

'Senza ulteriore ritardo'

A seguito delle azioni legali avviate da persone detenute durante gli scioperi del personale penitenziario, molti tribunali hanno emesso sentenze su questo tema e hanno ordinato, pena una multa, l'implementazione di servizi minimi analoghi a quelli invocati dal CPT.

Ma queste ordinanze del tribunale non hanno avuto alcun effetto e il CPT quindi ritiene di non avere altra opzione se non adottare un testo normativo che preveda servizi minimi all'interno del contesto carcerario.”

La Lega Belga per i Diritti Umani chiede alle autorità di avviare negoziati con tutti gli attori implicati per stabilire una cornice di standard volti a garantire, durante gli scioperi o in qualunque situazione che possa ridurre lo staff, condizioni di lavoro decenti che rispettino il welfare e i diritti sia del personale che dei detenuti, compresi i diritti dei loro familiari.

Il messaggio del Comitato non potrebbe essere più chiaro. E' il presagio di una nuova condanna al Belgio da parte della Corte Europea dei Diritti Umani?


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