Technologie e Diritti

CIE o non CIE? L'Italia vuole più centri di detenzione inumani per migranti

Nonostante i centri di identificazione ed espulsione (CIE) siano palesemente inefficaci e inumani, l'Italia potrebbe presto aprirne molti nuovi.

by Federica Brioschi
Nelle ultime settimane i media italiani hanno dedicato ampio spazio alla questione dell'efficacia dei CIE dopo che il neo-ministro degli interni, Marco Minniti, ha manifestato la sua intenzione di aprire un CIE in ogni regione italiana.

Che cosa sono i CIE?

I Centri di identificazione ed espulsione sono stati creati nel 1998 e riformati nel 2011. Il loro scopo è identificare ed espellere i migranti irregolari che non hanno il diritto di restare in Italia.

Quando è stata introdotta la legge, la permanenza massima nei CIE era di 30 giorni, ma è costantemente cresciuta. Nel 2015 è arrivata a 90 giorni in circostanze normali e ad un anno in circostanze speciali, vale a dire quando il migrante costituisce un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza e quando c'è la possibilità di fuga.

Chi viene detenuto nei CIE?

La maggior parte delle persone detenute in questi centri sono ex detenuti, che devono essere identificati ed espulsi.

Possono essere detenute nei CIE anche tutte quelle persone che avevano un regolare permesso di soggiorno, ma che non hanno potuto rinnovarlo (definite anche “overstayers”), o minori (talvolta nati e cresciuti in Italia) che al raggiungimento dei 18 anni non possono rinnovare i loro documenti. Alcuni di loro addirittura non hanno alcun legame con il paese di origine e hanno iniziato una vita completamente nuova in Italia.

Ci sono anche richiedenti asilo, che non hanno avviato la procedura per l'asilo una volta arrivati in Italia.

Dove sono i CIE?

In Italia al momento sono attivi quattro CIE, collocati a Brindisi, Caltanissetta, Roma e Torino. A pieno regime, potrebbero ospitare fino a 574 persone, ma al momento la capienza effettiva è pari a 359 posti.

Al 30 dicembre 2016, ospitavano 288 persone. Molti dei 15 CIE inizialmente aperti sono stati chiusi nel tempo perché hanno dato prova di inefficacia e, soprattutto, di rischi in termini di violazioni di diritti fondamentali.

I CIE sono efficaci?

In un recente rapporto, la Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato Italiano ha riscontrato che l'efficacia dei CIE è molto limitata.

Infatti, nei primi nove mesi del 2016, soltanto il 44% delle persone passate per i CIE sono state espulse nel paese di origine. Negli anni precedenti, la percentuale era intorno al 50%.

Lo stesso vale per tutte le persone che hanno ricevuto un ordine di lasciare il paese, ma non erano detenute in un CIE: nel 2015, la metà di loro è stata espulsa, mentre l'altra metà no.

Migliaia di persone sono state rilasciate dai CIE perché non possono tornare nei loro paesi di origine. Resteranno illegalmente in Italia, ma non potranno entrare nel mercato del lavoro e con ogni probabilità cadranno vittime di ogni tipo di abuso o diventeranno criminali.

Inoltre, i CIE sono stati più volte denunciati come luoghi in cui vengono commesse gravi violazioni di diritti umani. Molti rapporti – sia di ONG che istituzionali – hanno ben dimostrato la pericolosità di questi posti: si veda, per esempio, Arcipelago CIE di MEDU o i rapporti delle commissioni parlamentari che li hanno visitati.

'Ingiusti, costosi e ineffettivi'

Considerato che il sistema CIE non funziona, aprirne uno in ogni regione italiana sembra essere uno spreco di risorse.

In un comunicato stampa di Antigone, Patrizio Gonnella dichiara, “Prima di fare passi in avanti per l'apertura dei CIE si faccia ciò che la legge prevede già, ovvero l'identificazione degli immigrati irregolari all'interno delle carceri. Molti immigrati passano prima dal carcere e poi arrivano in questi Centri. Dunque c'è tutto il tempo per identificarli. Non farlo e poi inviarli nei CIE per identificarli è ingiusto, costoso, ineffettivo".

Anche LasciateCIEntrare ha pubblicato una dichiarazione che fa riferimento a tutte le violazioni commesse nei CIE dal 1998 ad ora e chiede la chiusura di tutti i CIE.

Tutti i dati citati in questo articolo sono disponibili qui.

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