Il prossimo mese sarà passato un anno dalla morte di Bertha Caceres, indigena honduregna e attivista ambientalista uccisa dalle Forze Speciali USA per la sua opposizione all'avvio di un progetto di costruzione di una diga sul suo territorio. Il suo assassinio è solo uno dei molti esempi in cui una persona è stata perseguita per essersi sollevata a difesa dei propri diritti di essere umano.
Perché era necessaria una risoluzione?
Nel mondo di oggi, è evidente che le persone non abbiano ancora la libertà di parola. La Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili fa parte di una campagna nazionale che chiede migliore protezione per i difensori dei diritti umani, insieme a molte altre organizzazioni e associazioni italiane.*
Su sollecitazione delle associazioni della società civile, che aveva scritto una lettera all'allora Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, lo scorso novembre la Camera dei Deputati italiana ha organizzato la conferenza: “Difendiamoli”. Hanno partecipato rappresentanti di molti paesi nel mondo e l'evento è servito da reminder affinhé gli stati membri dell'UE si conformino alle norme nazionali e internazionali in tema di protezione dei difensori dei diritti umani e della loro libertà di parola.
La risoluzione è solo il primo passo!
Ora che esiste una risoluzione, il prossimo passo sarà estendere la protezione degli attivisti per i diritti umani sia in Italia che a livello internazionale attraverso programmi transnazionali.
Per esempio, è in programma la creazione di “rifugi in città” nei vari territori per fornire una protezione e accoglienza temporanea per gli attivisti che si sentono minacciati. La risoluzione sarà estesa anche per garantire i visti temporanei agli attivisti che devono temporaneamente lasciare l'Italia per paura di persecuzioni.
Ancor più importante, la risoluzione chiede di implementare le linee guida UE sulla libertà di parola e di advocacy, uno dei punti conclusivi della conferenza “Difendiamoli.” Questo potrà avvenire attraverso linee guida scritte per lo staff diplomatico italiano oltre che un sistema trasparente di supervisione sull'implementazione di tali linee guida. Sarà garantito anche un migliore accesso all'informazione da parte degli attivisti che vogliono conoscere meglio le loro possibilità di chiedere supporto.
Italia: un modello per il mondo
Dopo il successo della risoluzione in Italia, ora si spera che questa diventi il punto di riferimento in tema di tutela degli attivisti per i diritti umani a livello globale. L'Italia presiederà la conferenza OCSE il prossimo anno. Secondo il difensore dei diritti umani Francesco Martone, si tratta di un'ottima opportunità per l'Italia per promuovere la protezione dei difensori per i diritti umani a livello internazionale.
E' evidente che l'Italia è riuscita a rispettare la voce della sua gente e a contribuire a proteggere chi ci protegge. Ed è giunto il momento per il resto del mondo di seguire l'esempio italiano!
*Tra le altre organizzazioni coinvolte ci sono: AIDOS, Amnesty International, Associazione Antigone, Centro di Ateneo per i Diritti Umani, Università di Padova, AOI, ARCI, ARCS, Associazione Articolo 21, CGIL , Comitato Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, COSPE, Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, Giuristi Democratici, Greenpeace Italia, Legambiente, Libera. Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Non c’è Pace senza Giustizia, Operazione Colomba, Radicali Italiani, Rete per la Pace, Terra Nuova, Peace Brigades International – Italia, Progetto Endangered Lawyers/Avvocati Minacciati, Unione Camere Penali Italiane, Un ponte per…