Lo scorso lunedì il quotidiano belga La Libre Belgique ha pubblicato un articolo sulla situazione delle persone disoccupate che stanno incontrando grosse difficoltà nel trovare un lavoro.
L'articolo racconta una tra le tante storie, quella di Étienne, che fornisce un quadro accurato della situazione di molti disoccupati con ridotte capacità lavorative, che sono obbligati ad abbandonare il sistema contributivo perché hanno raggiunto la fine del percorso di ricerca di occupazione.
Linee guida dai contorni offuscati
Queste storie e il progressivo inasprimento del sistema previdenziale sono motivo di grande preoccupazione per la Lega Belga dei Diritti Umani (LDH), che ha più volte sollevato il problema da quando è stata creata la categoria MMPP. Tale categoria si riferisce a qualunque soggetto disoccupato che si trovi in una condizione “medica, mentale, psicologica e/o psichiatrica” problematica.
Se la categoria mette in luce i problemi reali che sono talvolta presenti, ha anche un effetto pericolosamente stigmatizzante nei confronti di queste specifiche persone disoccupate. Al momento della sua creazione, i contorni delle linee guida offerte a queste persone disoccupate erano piuttosto offuscati.
Pochi anni fa, abbiamo visto sorgere la tensione tra leader politici ed economici in merito a due opzioni: non sostenere un “esercito di riserva” di persone disoccupate considerate non produttive e che potrebbero essere penalizzate dal ONEm (il servizio nazionale per la disoccupazione) e escluse dai sussidi di disoccupazione; o offrire supporto e orientamento a chi ha una disabilità che lo rende inabile al lavoro, in vista della riabilitazione professionale. Le autorità sembrano aver scelto quest'ultima opzione.
Riforme confuse
Le riforme del governo per attivare le procedure di disoccupazione per chi è inabile al lavoro non consentono di limitare lo smantellamento sociale nei confronti delle persone disoccupate con ridotta capacità lavorativa. Negli ultimi anni, le riforme realizzate nel campo dell'indennità di disoccupazione hanno spinto un gran numero di persone disoccupate a chiedere l'intervento del servizio sanitario e dei benefici assicurativi e, in caso di rifiuto, a rivolgersi al sistema dell'assistenza sociale.
Se il governo considera di istituire un servizio pubblico nell’ambito dell’indennità di disoccupazione, come ha già fatto per il diritto all’integrità sociale, LDH suggerisce di fare marcia indietro e pensare ad una riforma globale coerente del sistema di sicurezza sociale.
La Lega dei Diritti Umani sottolinea anche il ruolo del governo nella protezione del diritto fondamentale alla sicurezza sociale e ricorda che il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è quello di promuovere un sistema assicurativo forte.