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Il reato d'odio razziale e di incitamento all'odio è all'ordine del giorno in Europa secondo il Minority Rights Group International

Il Minority Rights Group International ha pubblicato il suo rapporto annuale sui reati di odio e di incitazione all'odio contro le minoranze in Europa mostrando come questi siano in aumento a causa dall'inerzia dei Governi e dalla crisi economica

by Hungarian Civil Liberties Union

E' stato pubblicato lo State of the World's Minorities and Indigenous Peoples 2014, l'ultima pubblicazione del Minority Rights Group International (MRG), incentrato sui crimini ispirati dall'odio e sui discorsi di incitamento all'odio. Il Rapporto presenta esempi e casi di studio provenienti da Bulgaria, Francia, Georgia, Grecia, Ungheria, Russia, Turchia, Ucraina e l'Regno Unito. L'autore della parte relativa all'Ungheria è Eszter Jovanovics, Presidente delle politiche per i rom dell'Hungarian Civil Liberties Union


Secondo il Rapporto annuale del Minority Rights Group International (MRG) il reato di odio nei confronti delle minoranze in Europa sarebbe all'ordine del giorno, nonostante venga spesso ignorato dalle autorità locali. Il Rapporto mostra come i bersagli principali siano i richiedenti asilo, i migranti, i rifugiati e alcune minoranze etniche quali ebrei, musulmani e rom.

Queste le principali conclusioni del Rapporto:

  • L'indifferenza dei Governi, per esempio, nel raccogliere i casi e riferire sugli eventuali procedimenti forniscono una forma di legittimazione all'odio.
  • L'impatto della crisi finanziaria globale del 2008 ha causato l'innalzamento dei livelli di violenza e di odio nei confronti dei migranti e delle minoranze etniche e religiose in molti paesi.
  • Discorsi di incitamento all'odio e il reato di odio può anche essere incoraggiato da politiche governative discriminatorie.

Qui è possibile leggere il comunicato stampa di MRG.

Eszter Jovanovics, Presidente delle politiche per i rom dell'Hungarian Civil Liberties Union, mostra nel suo studio dedicato all'Ungheria (pagina 173), come nella legislazione del suo Paese il reato d'odio sia più spesso usato contro i rom piuttosto che per la loro protezione:

"Mentre la condanna nel 2013, a quasi cinque anni, di quattro persone per l'uccisione, tra il 2008 e il 2009, di sei rom è un passo positivo nella lotta contro il reato d'odio in Ungheria, la comunità è ancora poco protetta da una crescente ondata di violenza mirata. Questo si riflette nel fatto che i presunti responsabili sono stati arrestati solo dopo la loro undicesima aggressione e il successivo processo è durato addirittura 28 mesi, tanto che il giudice ha dovuto raccogliere gran parte delle prove di nuovo per colmare le lacune delle inchieste originali. Inoltre, molti casi di reati d'odio contro i rom sono trascurati dalla polizia e non arrivano nei tribunali... Ciò in contrasto con la velocità con cui, per gli stessi motivi, vengono accusati e processati i rom."

Nella stessa sezione, viene poi riportato il caso di due procedimenti penali che vedevano imputati due Rom, che con tutti probabilità vittime di presunti atti di razzismo, e che sono poi stati condannati per reato di odio anti-ungherese.

La conclusione è che "il razzismo istituzionalizzato è la causa più probabile di questo evidente doppio standard di applicazione della legge in Ungheria. Per questo l'Hungarian Civil Liberties Union continua a lottare per una corretta applicazione del reato d'odio e perché la questione della discriminazione razziale venga affrontata in modo strutturale all'interno del sistema penale nazionale. "

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