Technologie e Diritti

ONG chiedono più tutele ai diritti umani nell'esportare tecnologie dual-use

Una coalizione di organizzazioni della società civile ha rilasciato una dichiarazione congiunta con cui chiede una maggiore tutela dei diritti umani durante le esportazioni di strumentazioni di sicurezza informatica e altre tecnologie.

by Antonella Napolitano
La scorsa settimana la Coalizione per le Libertà e i Diritti civili, insieme a Access Now, Amnesty International, Bahrain Center for Human Rights, Digitale Gesellschaft, Elektronisk Forpost Norge (EFN), Foundation for Information Policy Research, International Federation for Human Rights, Privacy International, e Reporters Without Borders, ha rilasciato un comunicato congiunto in cui chiede una maggiore protezione dei diritti umani e più sicurezza in materia di sicurezza, in considerazione del fatto che l'UE sta aggiornando la disciplina del duplice uso.

Regolamentazione della tecnologia dual-use

Le ONG hanno accolto con favore la proposta, presentata a settembre 2016 dalla Commissione Europea, di aggiornare i controlli sulle esportazioni di strumenti a duplice uso – beni, software e tecnologia che possono essere usati sia per applicazioni civili che militari e/o contribuire alla proliferazione di armi di distruzione di massa.

Le organizzazioni hanno evidenziato la necessità di mantenere alto il livello di attenzione su tutti gli step che la proposta farà all'interno del Parlamento Europeo e, in seguito, nei trialoghi.

La cornice UE esistente non è riuscita a proteggere tantissimi attivisti, difensori dei diritti umani, giornalisti e utenti ordinari dall'impatto negativo della tecnologia ad alta-sicurezza”, ha dichiarato Lucie Krahulcova, dell'ONG Access Now. “Gli sforzi della Commissione per portare attenzione sull'impatto di questa tecnologia sulla libertà di espressione e sulla privacy è lodevole e dovrebbero essere ampiamente sostenuti dalle istituzioni UE”.

Quattro elementi chiave

Se le organizzazioni plaudono ai passi fatti per rafforzare l'attuale disciplina UE, sottolineano anche i quattro elementi chiave che dovrebbero essere implementati affinché la regolamentazione possa avere un impatto positivo:

  • La protezione dei diritti umani deve essere rafforzata in maniera significativa;
  • Tutte le principali tecnologie di sorveglianza devono essere incluse nell'aggiornamento;
  • Serve una maggiore trasparenza;
  • Gli strumenti di ricerca e di sicurezza devono essere protetti.

In particolare, le organizzazioni chiedono esplicitamente che venga rimossi gli elementi di crittografia dall'elenco e che non vengano aggiunti nuovi elementi laddove la loro inclusione pregiudichi la sicurezza, come gli strumenti della scienza forense. Nel comunicato, si sottolinea che la crittografia è essenziale per sostenere la sicurezza degli utenti, le società e i governi ovunque rafforzando l'integrità delle comunicazioni e dei sistemi.

'Industria opaca'

Con il crescere dell'attenzione dei media, si è registrata una crescente consapevolezza riguardo il controverso scambio di tecnologie di cyber-sicurezza all'interno e al di fuori dell'Europa. L'eurodeputato Marietje Schaake l'aveva definita “un'industria molto grigia, poco trasparente e opaca”.

Tale affermazione è stata di recente supportata dalle indagini in corso da parte del De Correspondent, dal titolo Security for Sale, e dall'indagine di Al Jazeera Spy Merchants: Cos'è la sorveglianza elettronica?

“Non è in discussione il fatto che sia necessaria. Gli stati membri UE hanno la responsabilità ai sensi dei Principi Guida ONU sull'Impresa e i Diritti Umani di produrre leggi per garantire che le imprese operino in maniera conforme agli obblighi degli stati in tema di diritti umani”, ha aggiunto la Krahulcova.
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