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Subito un'indagine sulla morte sospetta di Astrit Dehari

Civil Rights Defenders esprime grande preoccupazione e chiede un'indagine immediata e indipendente sulle circostanze della morte di Astrit Dehari avvenuta nel carcere di Prizren in Kosovo.

by Civil Rights Defenders
Occorre indagare sulla morte sospetta in carcere di Astrit Dehari – Foto: per gentile concessione di Majlinda Hoxha (Kosovo 2.0)

Il ventiseienne studente e attivista di Vetvendosje è morto il 5 novembre 2016, mentre era detenuto. Astrit Dehari era trattenuto senza un'accusa da agosto 2016 come sospetto terrorista.

“E' un dovere delle istituzioni statali proteggere le vite delle persone che sono private della libertà. La morte di Astrit Dehari nel carcere di Prizren è inquietante e richiede un'indagine indipendente e trasparente sulle circostanze della sua morte,” ha dichiarato Sarah Maliqi, direttore della sede di Civil Rights Defenders di Pristina.

Le istituzioni statali hanno ripetutamente rilasciato dichiarazioni contraddittorie sulle cause della sua morte. Il direttore della polizia kosovara della regione di Prizren ha confermato che Dehari è morto mentre veniva portato in ospedale dopo essere entrato in coma a seguito di un'overdose.

“Le dichiarazioni contraddittorie rilasciate dalla polizia e dalle autorità penitenziarie a seguito dell'annuncio della sua morte hanno creato un clima di diffidenza, frustrazione e paura. Civil Rights Defenders seguirà attentamente la situazione e continuerà ad esprimere le sue preoccupazioni,” ha aggiunto Maliqi.

Non è morto di overdose

Astrit Dehari era trattenuto senza accusa da agosto 2016 come sospetto terrorista.

A seguito dell'autopsia, l'Ufficio del Procuratore Capo di Prizren ha definito sospetta la sua morte e ha confermato che è stata causata da un'asfissia e non da un'overdose, come precedentemente dichiarato. La famiglia ha chiesto che sia fatta una nuova autopsia.

Civil Rights Defenders sollecita le autorità a rispettare i loro obblighi di protezione delle persone private della libertà e ad intraprendere tutte le misure necessarie per impedire che i detenuti vengano torturati o sottoposti a trattamenti o pene inumani e degradanti.

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