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La Corte Europea dei Diritti Umani alla Spagna: l'isolamento viola i diritti umani

La Corte Europea dei Diritti Umani ha di recente emesso due sentenze sulla detenzione in isolamento in Spagna, in cui afferma che tale pratica viola la Convenzione Europea sui Diritti Umani.

by Rights International Spain

L'articolo 3 della Convenzione per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali (ECHR) afferma un valore essenziale delle società democratiche: il diritto a non essere sottoposti a tortura o trattamenti o pene inumani o degradanti. La normativa internazionale stabilisce un divieto assoluto di tortura, in altre parole, non ammette alcuna eccezione, nemmeno in situazioni di emergenza o instabilità politica, nemmeno nella lotta al terrorismo o al crimine organizzato. Qualunque misura adottata nel nome della sicurezza che rappresenti in pratica una minaccia ai diritti umani impedisce il rispetto degli obblighi internazionali degli Stati.

La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) ha dichiarato la Spagna colpevole di violazione dell'articolo 3 della Convenzione in due nuovi casi, EtxebarríaCaballero e AtaunRojo. Entrambi i ricorrenti avevano denunciato la mancanza di indagini efficaci da parte dei tribunali nazionali relativamente a tortura e maltrattamenti da loro subiti quando si trovavano isolati in custodia della polizia. In entrambi i casi, la CEDU ha concluso che le indagini condotte dagli istituti giudiziari spagnoli non sono state abbastanza approfondite ed efficaci e, così, non hanno ottemperato alle disposizioni dell'articolo 3 della CEDU. I ricorrenti avevano chiesto ai giudici nazionali di portare avanti diverse indagini; tra l'altro, avevano chiesto che le riprese delle telecamere di sicurezza che avevano registrato i locali in cui erano stati reclusi fossero sottoposte ai tribunali, che gli agenti di polizia che erano coinvolti nel loro fermo fossero identificati e interrogati, e di realizzare controlli fisici e psicologici in profondità. Tuttavia, i giudici delle indagini preliminari hanno ordinato l'archiviazione dei casi, motivando la loro decisione soltanto attraverso le relazioni preparate dai medici legali durante la loro custodia e le affermazioni fatte dai ricorrenti, e rifiutandosi di realizzare le ulteriori indagini richieste. Nel caso di Etxebarría Caballero, il giudice investigativo ha concluso che non ci fossero prove di maltrattamenti e non ha giustificato la ragione del rifiuto di proseguire le indagini come richiesto dai ricorrenti. Nel caso di Ataun Rojo, il giudice investigativo ha affermato che, siccome non c'erano prove che il crimine fosse stato commesso, l'identificazione e la richiesta degli agenti di polizia sarebbe stata inutile e avrebbe soltanto determinato l'esposizione dell'identità delle persone coinvolte nella lotta al terrorismo.

La CEDU afferma che i ricorrenti si trovavano in una situazione di isolamento e non potevano comunicare con il mondo esterno, e che in questo contesto le autorità giudiziarie devono intraprendere maggiori sforzi. Di conseguenza, se i tribunali avessero esaminato le prove richieste, avrebbero potuto contribuire a chiarire i presunti fatti.

Questa è la quinta volta che la CEDU condanna la Spagna per violazione della Convenzione per non aver indagato a fondo ed efficacemente su presunte torture, Nei casi Martínez Sala (2004), San Argimiro Isasa (2010), Beristain Ukar (2011) e Otamendi Egiguren (2012), tutti casi verificatesi durante il regime di isolamento, la CEDU ha concluso che il mero esame delle relazioni forensi da parte dei tribunali spagnoli, senza un accurato esame delle altre prove e senza realizzare altre indagini in profondità, efficaci e ragionevoli, per ottenere delle prove, non è sufficiente per ottemperare all'articolo 3 della Convenzione.

In tutte queste sentenze, la CEDU ha insistito sull'importanza di adottare le misure raccomandate dal Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT)Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) per proteggere le persone tenute in isolamento da possibili abusi, poiché la condizione di vulnerabilità di un detenuto in isolamento richiede l'applicazione di misure di controllo giudiziario. Una delle raccomandazioni fondamentali del CPT è che gli individui tenuti in isolamento siano sistematicamente portati davanti al giudice prima della decisione di prolungare la detenzione. Il CPT ha rilevato varie volte che questo non viene di fatto rispettato in Spagna. Come affermato dal CPT, il controllo giudiziario non può essere sostituito da nient'altro, ed è per questo che ha più volte raccomandato ai giudici di adottare un atteggiamento più attivo rispetto ai poteri di supervisione attribuiti loro dal Codice di Procedura Penale.

  • Tuttavia, nelle ultime due sentenze, la CEDU ha fatto un ulteriore passo, minando la legittimità del regime di isolamento detentivo in sé. Nel paragrafo 48 della sentenza Etxebarría e nel paragrafo 38 della sentenza Ataun, essa afferma: “La Corte concorda con le raccomandazioni del CPT, riprese dal Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, nel suo report del 9 ottobre 2013 (…), riguardo sia alla tutela che deve essere assicurata in una tale situazione sia alla mera possibilità di tenere un individuo in isolamento” (traduzione non ufficiale). La prima delle summenzionate raccomandazioni della CEDU è l'abolizione del regime di isolamento detentivo, considerato che, per sua natura, questo regime comporta un rischio di abusi e violazioni dei diritti umani (vedi paragrafo 102 del report del Commissario, citato nel paragrafo 32 della sentenza Etxebarriae nel paragrafo 27 della sentenza Ataun). Le altre raccomandazioni fatte dal CPT e dal Commissario riguardano le garanzie indispensabili per un regime di isolamento detentivo, per minimizzare il rischio di violazioni di diritti umani dei detenuti: l'agevole e rapido accesso dei difensori di fiducia e la possibilità di essere visitati da un medico di fiducia.


La nostra organizzazione, Rights International Spagna, condivide le preoccupazioni dei meccanismi internazionali per i diritti umani rispetto all'esistenza del regime di isolamento detentivo, data la carenza di efficaci tutele contro la tortura nel nostro sistema legale. L'unica via per proteggere la sicurezza è la difesa incondizionata dei diritti umani di tutti.

L'articolo è stato scritto da Lydia Vicente e Patricia Goicoechea, rispettivamente Direttore Esecutivo e Vice-Direttore di Rights International Spagna. E' stato pubblicato nel Blog “Al Revés y Al Derecho".

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