Technologie e Diritti

25 milioni di fondi UE ad un progetto dei servizi segreti rumeni sulla sorveglianza di massa

I Servizi Segreti Rumeni hanno ricevuto un finanziamento europeo per realizzare un sistema che consentirà di applicare la sorveglianza di massa sui cittadini.

by The Association for the Defense of Human Rights in Romania – the Helsinki Committee
L'Associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Romania – l'Helsinki Committee – ha inviato una lettera aperta a varie istituzioni nazionali ed europee in cui esprime la sua preoccupazione per un progetto di sorveglianza di massa che sarà realizzato dai Servizi Segreti Rumeni (SRI) grazie ad un finanziamento europeo.
Il progetto utilizzerà 25 milioni di euro dell'UE per comprare software e hardware per “rafforzare e assicurare l'interoperabilità dei sistemi informativi.”

Il progetto, intitolato SII Analytics, è di fatto un progetto sulla sorveglianza di massa, poiché consente all'SRI e ad altre istituzioni pubbliche l'accesso illimitato ai dati personali raccolti e integrati su larga scala attraverso un sistema Grande Fratello. Tali poteri vengono attribuiti senza alcuna garanzia del rispetto dei diritti civili dei cittadini o limitazione dell'accesso da parte dell'SRI o di altre istituzioni pubbliche ai dati personali. Il progetto è quindi un viatico verso gravi violazioni di diritti umani.

1. Sorveglianza generalizzata attraverso database combinati

Il progetto è volto ad aggregare set di dati provenienti da tutte le principali istituzioni pubbliche e ad autorizzare ricerche avanzate per le indagini su qualunque tipo di informazione riguardante qualunque cittadino o residente.

Il progetto include un capitolo su “analisi dei comportamenti,” in base al quale l'SRI può creare per ogni cittadino, compresi futuri parlamentari, giudici, procuratori o imprenditori, un archivio di “buoni comportamenti” (che consiste in informazioni ottenute da tutti i database governativi).

Tali archivi possono essere usati per scopi illimitati e possono essere correlati ad informazioni di altri database o di altre informazioni pubbliche (come quelle contenute sugli account Facebook), il che porterebbe alla creazione di profili individuali.

2. La mancanza di garanzie e le possibilità di abuso

Aggregando database diversi, SRI avrà un accesso incontrollato a qualunque informazione riguardante qualunque cittadino, un campo al momento non disciplinato dalla legge rumena. La legge sull'SRI risale al 1991 e non prevede alcun meccanismo efficace di controllo per ridurre il rischio di abusi di qualunque genere e prevedere un risarcimento alle vittime qualora tali abusi avvengano.

Per esempio, secondo il progetto, è possibile accedere alle informazioni sui cittadini da un numero elevato di terminali (750), cosicché di fatto chiunque delle oltre 1,000 persone che hanno accesso al sistema è in grado di usarle per qualunque scopo, anche personale, senza essere soggetto ad alcun controllo e senza che i cittadini ne siano al corrente.

3. Usare i fondi europei per violare diritti europei

Il progetto, di 184 pagine, è stato presentato il 9 giugno 2016, un giorno dopo la pubblicazione della call ed è stato rapidamente approvato, nonostante il fatto che violi gli articoli 7 e 8 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, in particolare il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali. L'SRI sta già predisponendo una gara d'appalto per l'acquisizione delle attrezzature e dei software necessari.

4. eGovernance e scopo nascosto del progetto

L'SRI, in base alla legge, non ha competenza nel campo dell'e-Governance o nello “sviluppo di strumenti di prevenzione, individuazione e adozione di misure per ridurre la spesa pubblica,” sebbene questi siano i campi in cui sono state proposte le azioni del progetto.

Alcune parti del progetto (vedi i capitoli su “Riconoscimento facciale” o “Intercettazione delle comunicazioni”, come descritte nel documento riassuntivo) dimostrano anche che il progetto ha di fatto uno scopo non dichiarato: la sorveglianza di massa della popolazione.

Inoltre, sotto la motivazione mascherata di “prevenire le frodi,” il sistema prevede il riconoscimento facciale e include un database di circa 50-60 milioni di immagini (foto di passaporti o di carte d'identità) a cui l'SRI avrà accesso illimitato.

L'Associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Romania – l'Helsinki Committee e altre tre ONG hanno inviato una lettera a funzionari pubblici sia nazionali che europei sollecitando l'interruzione della procedura di gara d'appalto.

Al contempo, i firmatari sottolineano la necessità di introdurre come requisito necessario per l'accesso ai finanziamenti europei l'interdizione dall'uso di tali fondi per violare o limitare i diritti umani. A livello nazionale, i firmatari evidenziano anche la necessità di un dibattito pubblico sul ruolo dell'SRI nella società rumena e di garanzie per evitare abusi e aumentare la trasparenza istituzionale.

Firmatari

ActiveWatch

The Association for the Defence of Human Rights in Romania - APADOR CH

The Association for Technology and Internet - ApTI

The Centre for Legal Resources

La lettera pubblica è disponibile in rumeno qui, mentre un'analisi tecnica realizzata da ApTI è disponibile in rumeno qui.



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