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Fino a che punto il Ministro della Giustizia polacco può criticare i giudici?

Un'importante domanda a cui il Tribunale Regionale di Varsavia deve rispondere nel valutare un caso di richiesta di protezione di interessi personali presentato dal giudice del tribunale distrettuale Justyna Koska-Janusz contro il Ministro della Giustizia

by Polish Helsinki Foundation for Human Rights
Ministero della Giustizia/ flickr.com/LukasPlewnia, CC BY-SA 2.0
Il caso riguarda un comunicato ufficiale pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia nell'ottobre 2016, dal titolo “Dichiarazione sull'aumento di incarichi esterni del giudice Justyna Koska-Janusz.”

'Straordinaria inettitudine'

Nella dichiarazione si legge che la giurista “ha manifestato una straordinaria inettitudine ed è stata totalmente incapace di condurre un caso molto semplice ma molto noto.”

La dichiarazione continua: “i giudici che si aggiudicano casi in un tribunale regionale dovrebbero essere molto competenti, efficienti e professionali”, insinuando che il giudice Koska-Janusz non ha alcuna di queste qualità.

Il giudice ha avviato una causa per difendere la sua reputazione e chiede scuse e un risarcimento in beneficenza.

Pressione politica

Secondo il parere dell'Helsinki Foundation for Human Rights (HFHR), questo caso, che riguarda i limiti delle critiche legalmente accettabili ai giudici da parte di un organo esecutivo, è importante soprattutto per il rispetto del principio costituzionale dell'indipendenza dei giudici.

Le dichiarazioni degli ufficiali del governo, in particolare quelle legate all'applicazione di misure esecutive (come una revoca di un ruolo esterno di un giudice), possono costituire una forma di esercizio di pressione politica sui giudici.

HFHR ha deciso di presentare un amicus curiae sul caso.

“La fondazione ha analizzato la legalità degli interventi rilevanti del Ministero della Giustizia oltre che dei limiti alla libertà di espressione alla luce degli standard costituzionali e internazionali dell'indipendenza della magistratura e dei giudici”, ha dichiarato Adam Ploszka, avvocato che lavora per HFHR.
“A nostro parere, nel pubblicare questi commenti sul sito, il Ministro della Giustizia non esercita la libertà di parola. Questa libertà, come ogni altro diritto umano e libertà garantita dalla Costituzione o dal diritto internazionale, è esercitabile solo da soggetti privati. Le azioni delle autorità pubbliche sono valutate secondo la prospettiva del principio del legalismo, secondo cui le uniche azioni autorizzate sono quelle espressamente approvate per legge”, spiega Marcin Szwed, anche lui membro del team legale di HFHR.

La prima udienza sul caso è stata interrotta dal legale del Ministro della Giustizia, che ha presentato una mozione per ricusare tutti gli oltre 280 giudici del Tribunale Regionale di Varsavia. Al contempo, il legale ha seguito il suggerimento del tribunale e ha dichiarato che il suo cliente è pronto a negoziare una risoluzione del caso.




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