Democrazia e Giustizia

Romania prova a zittire attivisti della società civile

Un nuovo disegno di legge mira a ridurre l'accesso delle ONG a finanziamenti privati e pubblici, caricandole allo stesso tempo di più oneri amministrativi con l’obiettivo di ostacolare il loro lavoro.

by Dollores Benezic
(Foto: Albert Dobrin)

Il governo rumeno è ripartito con azioni coordinate per zittire e destabilizzare le organizzazioni per i diritti umani e per le libertà civili. Questi gruppi, noti come organizzazioni non governative (ONG), sono difensori vitali della democrazia e dello stato di diritto perché chiedono che il governo si assuma le proprie responsabilità ogni volta che infrange le regole. Tuttavia, le nuove modifiche legislative proposte limiterebbero gravemente l'accesso delle ONG ai finanziamenti pubblici e privati ed imporrebbero un onere amministrativo maggiore a queste organizzazioni già sotto finanziate e dotate di risorse insufficienti.

'Tacita approvazione'

Per prima cosa il governo ha reso pubblico un piano per limitare l'attività delle ONG all'inizio di quest'anno, ma tale sforzo è stato accantonato quando il parlamento si è fermato per la pausa estiva. Ora, tuttavia, questa campagna è ripartita: il 20 novembre il Senato rumeno ha approvato una legge che apporta diverse modifiche al decreto governativo 26/2000, che disciplina il finanziamento e il funzionamento delle ONG in Romania. Questo disegno di legge sembra essere una risposta diretta al successo delle ONG, che all’inizio di quest’anno hanno mobilitato proteste pubbliche contro i piani del governo per indebolire le leggi anti-corruzione. Queste proteste hanno avuto un tale successoche il governo ora vuole impedire alle ONG di poter mobilitare nuovamente l’opinione pubblica.

La proposta di legge è stata approvata dal Senato attraverso un processo chiamato "tacita approvazione": in pratica, il governo non ha approvato esplicitamente il disegno di legge, ma il suo veto in Senato ha impedito di discuterne le modifiche prima della scadenza prevista per poterlo fare (20 novembre), il che significa che la legge è stata approvata di default. Ciò consente al governo di ottenere ciò che vuole senza assumersene la responsabilità. Sebbene il disegno di legge richieda ancora l'approvazione da parte della Camera dei Deputati, il successo della manovra di tacita approvazione è un forte indicatore del fatto che questo governo non saboterà la legge.

Due cambiamenti chiave

Il disegno di legge approvato dal Senato, proposto da due parlamentari socialdemocratici, apporta alla legislazione esistente due modifiche fondamentali:

  • Costringe le ONG a segnalare ogni sei mesi tutte le fonti di entrata e di spesa. L'obbligo di redigere relazioni finanziarie biennali costituirebbe un utilizzo eccessivo di risorse delle ONG e impedirebbe loro di dedicarsi ad altre attività, come ad esempio il ruolo di controllo sulle attività del governo. La sanzione per una ONG che non riesce a consegnare tali rapporti è palesemente sproporzionata: l’ONG sarebbe costretta a sciogliersi entro 30 giorni. Le ONG sono già tenute a seguire gli stessi obblighi di rendicontazione e la stessa verifica fiscale di altri soggetti privati, ma ciononostante la nuova proposta di legge apporta modifiche per le sole ONG.
  • Introduce un meccanismo di censura che il governo può adottare per mettere a tacere le ONG che criticano pubblicamente i politici. Secondo il disegno di legge - qualora il governo sia in grado di dimostrare che le ONG sono impegnate in una qualsiasi forma di "attività politica", dalla raccolta fondi alle manifestazioni pubbliche volte a criticare l’operato del governo - le ONG non avranno diritto allo status di "organizzazioni di pubblica utilità" e alla serie di sussidi statali che ne derivano.

La proposta di legge sopra menzionata si aggiunge ad altre modifiche ai regolamenti finanziari approvati quest'anno o che sono attualmente all'esame in parlamento. A partire dal 2018, queste riforme ridurranno drasticamente l'accesso delle ONG ai finanziamenti privati attraverso sponsorizzazioni e donazioni. In particolare, le modifiche al codice tributario fanno sì che l'80% delle aziende rumene non riceva più alcun incentivo finanziario per le donazioni elargite alle ONG o ad altre organizzazioni senza scopo di lucro, nemmeno come detrazioni dal reddito imponibile.

Soros di nuovo capro espiatorio

Per "vendere" questa nuova legislazione al pubblico, il governo rumeno sta usando il solito copione volto a demonizzare George Soros, incolpandolo dei mali economici e sociali del paese. Succede qualcosa del genere: "Soros è la causa di ciò che è sbagliato nel paese, e queste ONG sono solo complici della sua agenda per destabilizzare il governo e l'economia. Non solo, queste ONG abusano del denaro pubblico utilizzandolo contro l'interesse della gente'.

Proprio come il governo di Fidesz in Ungheria, il governo rumeno si è rifiutato di dimostrare quanto afferma con prove o con spiegazioni su come, esattamente, Soros e le ONG siano dannose per la società. Inoltre, le argomentazioni di cui sopra ignorano totalmente il fatto che le ONG operano già secondo rigorosi standard di informativa finanziaria ed in questo senso sono infinitamente più trasparenti delle imprese. In verità, la corruzione in Romania è largamente riconosciuta come il maggior ostacolo alla crescita economica e alla prosperità del paese. La corruzione dei politici è così diffusa che all'inizio di quest'anno centinaia di migliaia di cittadini rumenihanno protestato per giorni contro un tentativo del governo di tutelare legalmente atti di corruzione. Le attuali riforme che ostacolano le ONG non sono altro che un tentativo di mettere a tacere “controllori” della corruzione, in modo che i politici possano continuare a fare affari come al solito.

Il governo deve chiarire la sua posizione

Insieme a oltre 70 ONG, il 22 novembre l'Associazione per la difesa dei diritti umani in Romania - l'Helsinki Committee (APADOR-CH), membro dei Liberties, ha rilasciato una nuova dichiarazione pubblica, chiedendo che la leadership del Partito socialdemocratico chiarisca la sua posizione sulle ONG in Romania. APADOR-CH, insieme a Liberties, continuerà a monitorare la situazione e a tenervi aggiornati sugli sviluppi futuri. Il vostro sostegno alle ONG rumene è più importante che mai.

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