Technologie e Diritti

Il mondo sportivo italiano chiede “Verità per Giulio”

Le squadre di calcio italiane si uniranno alla battaglia per la verità sulla morte di Giulio Regeni. L'indagine sulla sua morte è ancora in stallo, ma l'Italia non dimentica.

by Pauline Couble
Tre mesi fa, il 3 gennaio, il corpo senza vita di Giulio Regeni è stato ritrovato in Egitto con evidenti segni di tortura. Da quel giorno, le autorità egiziane non hanno rilasciato dichiarazioni su cosa sia successo al giovane ricercatore italiano e non hanno collaborato alle indagini.

L'Associazione Antigone, CILD e Amnesty International Italia hanno diffuso un comunicato stampa per chiedere al mondo calcistico di unirsi a loro nella ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni.

Il 3 aprile, Atletico Diritti, la squadra di calcio creata da Antigone e Progetto Diritti, faranno da apripista: giocheranno una partita in onore del ricercatore e i giocatori indosseranno bracciali con cui chiederanno “Verità per Giulio.”

Il progetto è in effetti molto più grande, perché Patrizio Gonnella e Antonio Marchesi, presidenti delle tre associazioni, hanno lanciato la proposta a “tutte le squadre di calcio e ai loro tifosi, per ripetere questa iniziativa nei giorni di campionato il 23 e il 24 aprile.”

Le squadre della Serie B hanno già assicurato il loro sostegno e i giocatori sfileranno nei campi indossando divise speciali. La Serie A sta ancora valutando se aderire o meno all'iniziativa.


Atletico Diritti, la squadra di calcio creata da Antigone e Progetto Diritti, dedicherà una partita a Giulio Regeni.

Questa manifestazione di adesione è molto significativa in un paese in cui il mondo del calcio ha una grandissima influenza. Il sostegno è stato espresso anche da altri settori del mondo sportivo, con il campionato professionista femminile di pallavolo che ha già promesso di supportare l'iniziativa.

Non lasciamo che la ricerca della verità si dissolva

Come ha dichiarato Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, il caso Regeni ha a che fare con i diritti umani e non possiamo dimenticarlo.

Non dobbiamo dimenticare che dall'inizio dell'anno 88 persone sono scomparse in Egitto; otto di queste persone sono state ritrovate morte, con evidenti segni di tortura sui loro corpi.

Le continue violazioni dei diritti umani da parte dell'Egitto dietro il pretesto di combattere il terrorismo non possono più essere ignorate. Giulio Regeni, la sua famiglia, i suoi amici e l'Italia hanno diritto di conoscere tutta la verità. Le autorità egiziane non possono continuare ad inventare storie, una più incredibile dell'altra.

Condanne a morte, torture, violenze da parte della polizia, limitazioni alla libertà di espressione e di associazione: è questa la realtà sotto il governo egiziano. La proposta lanciata dalle tre associazioni italiane è di non permettere all'Egitto di sfuggire alle proprie responsabilità.


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