Technologie e Diritti

#MeAndMyRights: il profiling etnico

Il profiling etnico non è solo razzista, è dannoso, controproducente e aiuta i terroristi. Con una formazione adeguata, invece, i servizi di sicurezza possono identificare i sospetti in base alle prove, non al loro colore, e fare un lavoro più efficace.

by Israel Butler

L'ethnic profiling fa riferimento a quella situazione in cui i servizi di sicurezza usano la loro autorità per perquisire un individuo, la sua casa o la sua proprietà in ragione dell'etnia di quella persona, piuttosto che per via di prove reali che possa essere implicata in un crimine. Si tratta di discriminazione razziale ed è illegale. Più di recente, i servizi di sicurezza francesi sembrano aver usato il profiling etnico nel condurre migliaia di retate in proprietà di persone sulla base di qualcosa di poco più consistente del fatto di essere (o sembrare) musulmani.

Ciò non significa che l'appartenenza etnica di una persona non possa far parte della descrizione di un sospetto, insieme ad altre caratteristiche come altezza, età, abbigliamento o colore dei capelli, utilizzate dalla polizia. La differenza è che la descrizione di un sospetto deve essere costituita da prove, come filmati su CCTV o dichiarazioni di testimoni, del fatto che un particolare individuo è stato coinvolto in un crimine.

Leggi i precedenti articoli della serie #MeAndMyRights

Al contrario, l'ethnic profiling si riferisce a una situazione in cui la polizia perquisisce una persona o la sua proprietà solo perché appartiene a un particolare gruppo etnico o religioso, come ad esempio essere nero o musulmano. Quando i servizi di sicurezza usano la definizione di profili etnici, stanno dicendo che semplicemente appartenere a un particolare gruppo etnico ti rende un criminale o un sospetto terrorista. La legge impone alla polizia di usare i propri poteri laddove vi sia una prova reale che sia stato commesso un crimine. La prova può consistere in un comportamento sospetto, come cercare attivamente di evitare la polizia, essere eccessivamente nervoso, evitare il contatto visivo durante la sicurezza dell'aeroporto, o scambiare borse con qualcuno. Il semplice colore o aspetto della pelle non costituisce prova di attività criminali.

La ricerca mostra che il profiling etnico è inefficace, aumenta la minaccia alla sicurezza e probabilmente contribuisce allo sviluppo di quei fattori che rendono le persone più vulnerabili alla radicalizzazione. Quando la polizia usa l'ethnic profiling, prende di mira una percentuale più alta di individui appartenenti all'etnia "sospetta" e un numero inferiore di individui appartenenti alla maggioranza della popolazione o ad altre minoranze. Alcuni studi hanno esaminato cosa accade quando la polizia smette di usare l'etnia come criterio e invece utilizza prove oggettive di attività criminali. I risultati cambiano significativamente. Il numero complessivo di perquisizioni effettuate dai servizi di sicurezza diminuisce, il numero di reati individuati (cioè l'efficacia delle perquisizioni) aumenta e la sproporzione con cui le minoranze sono prese di mira rispetto ai membri della maggioranza della popolazione si riduce in modo significativo.

Il profiling etnico è inefficace perché fa sì che vengano catturati meno criminali. È inefficace perché fa sì che i servizi di sicurezza focalizzino la loro attenzione in modo sproporzionato su individui innocenti che appartengono all'etnia in questione, mentre i sospetti che fanno parte della maggioranza o di altre minoranze sfuggono al controllo. Inoltre, gli studi dimostrano che le persone coinvolte con l'estremismo violento legato ad al-Qaeda e al cosiddetto Stato Islamico appartengono a una grande varietà di nazionalità ed etnie, compresi i convertiti occidentali (bianchi). In effetti, i convertiti occidentali hanno maggiori probabilità di ricorrere all'estremismo violento di quelli cresciuti come musulmani. Una volta che i terroristi si rendono conto che le autorità stanno prendendo di mira alcune specifiche minoranze etniche, iniziano ad adattare il loro comportamento per evitare di essere scoperti, ad esempio scegliendo terroristi di un'altra etnia.

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L'ethnic profiling è stato utilizzato su larga scala in Germania, negli Stati Uniti e più recentemente in Francia. Nonostante abbiano preso di mira decine di migliaia di persone sulla base della loro appartenenza etnica, nessuna di queste operazioni ha effettivamente portato ad azioni penali per reati di terrorismo.

Oltre a sprecare risorse e distogliere l'attenzione dai potenziali criminali, il profiling etnico rischia di essere controproducente nel lungo periodo. E' ben documentato che persone innocenti che sono soggette alle perquisizioni o alle irruzioni nelle loro proprietà da parte della polizia, si sentono umiliate e risentite se ritengono che la loro etnia sia la ragione principale per cui sono state individuate. Gli individui riferiscono inoltre di diffidare della polizia, di sentirsi alienati ed emarginati dalla loro comunità e dalla nazione. Un'ulteriore conseguenza sembra essere un aumento delle discriminazioni e dei crimini di odio da parte del settore pubblico (che è spesso sottostimato a causa della mancanza di fiducia nella polizia). Gli accademici ipotizzano che tale aumento possa essere in parte dovuto al fatto che il profiling razziale sembra legittimare la discriminazione da parte dei membri del settore pubblico. E una volta che le persone smettono di fidarsi della polizia, diventano molto meno propense a cooperare con i servizi di sicurezza, ad esempio segnalando comportamenti sospetti o presentandosi come testimoni. L'accresciuta marginalizzazione e la percezione che la polizia non possa essere invocata per proteggere le proprie comunità dalla discriminazione e dai crimini di odio alimenta ulteriormente sentimenti di ingiustizia e di alienazione dall'identità nazionale, che giocano un ruolo nella radicalizzazione (di questo torneremo a parlare nei prossimi articoli).

Se desideri informazioni più approfondite o ti interessa saperne di più delle prove e degli studi cui ci riferiamo, puoi leggere il nostro rapporto completo "Sicurezza attraverso i diritti umani" qui.

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