Technologie e Diritti

Irlandesi votano in massa per legalizzare l'aborto

La stragrande maggioranza degli elettori irlandesi ha detto sì alla proposta di modificare la legge costituzionale che vieta l'aborto in moltissime circostanze, ponendo fine così alla legge più restrittiva in vigore nell'Unione Europea sul tema.

by LibertiesEU
(Foto: William Murphy/Flickr)

Il 25 maggio in Irlanda si è tenuto il referendum sul 36° emendamento alla Costituzione Irlandese. La proposta di legge mira a modificare la norma costituzionale vigente, l'Ottavo Emendamento, che vieta l'aborto in moltissimi casi nella Repubblica Irlandese. Dopo i falliti tentativi di modificare la legge in passato, questo voto si è concluso con una decisione schiacciante di liberalizzare la fortemente restrittiva legge in vigore nel paese, con il 66% di coloro che si sono recati alle urne che si è espresso a favore del cambiamento. Oltre il 64% degli aventi diritti al voto si è recato alle urne, una delle percentuali più alte di partecipazione a referendum nel paese.

Le norme vigenti in Irlanda consentono di abortire in situazioni molto specifiche, come nel caso in cui la gravidanza metta a rischio la vita della madre o se vi è una minaccia di suicidio. E anche se le restrizioni sono state nel tempo leggermente allentate, la legge in vigore determina tuttora una grave minaccia per la salute e la vita delle donne nel paese. Inoltre, spinge un gran numero di donne irlandesi a recarsi all'estero per abortire o a provare a porre fine alla gravidanza con pillole ottenute illegalmente.

'Questo significa tutto'

L'Ottavo Emendamento è stato aggiunto alla Costituzione il 7 settembre 1983 e da allora si stima che 170,000 donne irlandesi si siano recate soprattutto nel Regno Unito e nel Galles per porre fine alla loro gravidanza. Le donne irlandesi, essendo cittadine dell'UE, hanno il diritto di andare all'estero per accedere a un aborto sicuro, come previsto dalla legge nazionale. Nel 2002, in Irlanda si è tenuto un referendum per attenuare le disposizioni sull'aborto, ma si è concluso con il 50.4% degli elettori che ha respinto la proposta.

Mary Higgins,ostetrica e attivista di Together For Yes, ha dichiarato rispetto all'esito del referendum: “E' incredibile. Da anni proviamo a prenderci cura delle donne e non abbiamo mai potuto farlo davvero, questo significa tutto”.

La campagna pro-liberalizzazione è stata definita dalle donne che hanno condiviso pubblicamente le loro dolorose esperienze nel dover lasciare il paese per abortire, una delle ragioni principali per cui tutti i 40 collegi elettorali irlandesi tranne uno hanno votato "sì".

Più in generale, i risultati dimostrano la trasformazione di una società a forte impronta cattolica. Il primo premier irlandese dichiaratamente gay, Leo Varadkar – che ha preso parte in prima persona alla campagna contro la legge restrittiva – ha definito il voto un'occasione unica: “Oggi è un giorno storico per l'Irlanda. Abbiamo assistito a una rivoluzione silenziosa”.

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