Technologie e Diritti

Parlamento Europeo intervenga contro le leggi bavaglio in Spagna

Un gruppo di organizzazioni spagnole ha incontrato di recente alcuni euro-parlamentari e li ha informati delle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali poste da una serie di “leggi bavaglio” in vigore da luglio.

by Rights International Spain
Immagine: Adolfo Lujan - Flickr/CC content

Rappresentanti dei gruppi Marchas por la Dignidad (Cammino per la Dignità), Plataforma de Afectados por la Hipoteca (Piattaforma per chi è colpito da ipoteca) e del collettivo No Somos Delito (Non siamo criminali), insieme alle organizzazioni Cáritas, Greenpeace and Rights International Spain, hanno incontrato il 17 giugno i membri del Parlamento Europeo dei gruppi GUE/NGL e Verdi/EFA, oltre ad un rappresentante dell'Alleanza dei Liberaldemocratici per l'Europa, per discutere del fatto che “Non può esistere l'Unione Europea dei diritti umani quando uno dei suoi stati membri impone leggi bavaglio.”

Leggi bavaglio

Questi organismi si sentono costretti ad appellarsi all'Unione Europea perché i meccanismi interni allo stato spagnolo non sono stati efficaci nel porre rimedio alle minacce che le cosiddette leggi bavaglio (il nuovo codice penale e la Legge sulla Pubblica Sicurezza) pongono ai diritti umani. Da parte delle istituzioni spagnole non è stata presa alcuna misura per garantire i diritti e le libertà fondamentali attraverso la Legge sulla Pubblica Sicurezza, né nelle due recenti riforme del codice penale.

Nell'incontro si è detto che con queste leggi la Spagna “sta spingendo per un sistema di repressione anziché di prevenzione del crimine; stiamo affrontando il più grande passo indietro in tema di libertà dall'era di Franco.” A questo proposito, è stato ricordato che nel febbraio 2015 cinque inviati speciali delle Nazioni Unite hanno espresso la loro netta bocciatura di queste tre riforme, in quanto “rischiano di violare i diritti e le libertà fondamentali degli individui.”

Inoltre, l'ambiguità di molte delle loro disposizioni può portare ad un'applicazione arbitraria delle sanzioni, rendendole particolarmente pericolose e in aperto conflitto con il bisogno di legalità proprio di uno stato di diritto.

'Espulsioni violente'

Sono stati evidenziati anche altri elementi critici della Legge sulla Pubblica Sicurezza: la legalizzazione dei rimpatri sommari – noti come “espulsioni violente” - alle frontiere di Ceuta e Melilla, senza garanzie di alcun tipo.

“Se non identifichiamo i migranti e non valutiamo la loro situazione, come possiamo sapere se stiamo espellendo persone che potrebbero essere vittime di tratta di esseri umani?” si è chiesto chi ha partecipato all'incontro. Questa riforma, che è stata inserita all'ultimo minuto e all'insaputa sia dei cittadini che degli organismi consultivi, è una violazione di fatto dei trattati internazionali. Si è sottolineata con forza la necessità di annullarla immediatamente.

Infine, l'organizzazione Rights International Spain ha evidenziato come purtroppo queste leggi non siano le uniche contrarie ai principi e ai valori fondamentali dell'Unione Europea: ci sono misure che sono state già adottate, come la legge che prevede tasse giudiziarie, e altre al momento in fase di approvazione in Parlamento, come le riforme della Legge sul Gratuito Patrocinio, sull'Ordinamento Giudiziario o il Codice di Procedura Penale, che potrebbero essere controproducenti. “Non possiamo permettere che la Spagna diventi la prossima Ungheria,” hanno concluso i presenti.

I parlamentari si impegnano ad agire

I parlamentari presenti all'incontro hanno espresso la loro profonda preoccupazione per questa allarmante svolta verso politiche autoritarie in Spagna e in conferenza stampa hanno dichiarato che la loro missione sarà di “isolare il governo spagnolo e denunciare queste evoluzioni.”

Tra le altre cose, hanno promesso di assicurare il sostegno da parte di almeno il 10% del Parlamento ad un manifesto che respinge queste leggi entro il 1 luglio e, successivamente, di continuare la ricerca di sostegno fino al raggiungimento di 300 firme.

Altre proposte scaturite dall'incontro riguardano: la realizzazione di azioni congiunte per denunciare le leggi bavaglio; costringere il governo spagnolo a presentarsi di fronte al Comitato LIBE (Libertà e Diritti Civili) in merito all'approvazione di queste leggi prima delle elezioni; presentare interrogazioni scritte e petizioni al Parlamento Europeo e in quella sede aprire il dibattito sulla situazione in Spagna, esattamente come era stato fatto per l'Ungheria.

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