Technologie e Diritti

Ultimatum alla Bulgaria per dimostrare progressi sugli sgomberi dei rom

Dopo quattro anni, il Consiglio d'Europa ha stabilito una scadenza per dare attuazione alla sentenza della Corte di Strasburgo su un caso di sgombero di rom.

by Bulgarian Helsinki Committee
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha ordinato al governo bulgaro di fornire informazioni sull'attuazione della sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani (Corte EDU) sul caso Yordanova et al. v. Bulgaria.

Il caso riguarda i tentativi delle autorità della capitale di sgomberare molte famiglie rom dalle loro case all'interno dello “stabilimento Batalova” senza offrire loro una sistemazione alternativa e lasciandole di fatto sulla strada.

Il caso era stato presentato da Margarita Ilieva, direttore del Programma per la Difesa Legale del Bulgarian Helsinki Committee. Nel 2012, la Corte EDU aveva emesso la sentenza, in cui si legge che lo sgombero è stato realizzato sulla base di una normativa viziata.

Anziché fornire garanzie contro l'ingerenza sproporzionata, il tribunale bulgaro si era esplicitamente rifiutato di considerare se l'ingerenza fosse “necessaria in una società democratica.” La Corte EDU ha riscontrato la violazione dell'articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, che tutela il diritto alla vita privata e familiare.

In base alla sentenza, la Bulgaria deve realizzare sia misure individuali che sospendono gli sgomberi in violazione della sentenza, sia misure generali che correggono la causa della violazione – la legge viziata.

Cose da fare

Nel considerare quello che lo stato si è impegnato a fare, il Segretario del Consiglio d'Europa ha sottolineato che è insufficiente e non rispetta la sentenza della Corte. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha ribadito che prima di ogni sgombero dovrebbe essere rispettato il principio di proporzionalità.

L'organismo ha invitato la Bulgaria a presentare, entro il 1 settembre 2016, le misure concretamente messe in atto per garantire interventi proporzionati quando si tratta di occupazione illegale e per porre fine all'incertezza in cui i ricorrenti vivono in media per quattro anni.

La Corte Europea dei Diritti Umani ha ordinato alla Bulgaria di modificare la normativa e le pratiche sul tema e ha sottolineato come lo stato non abbia ancora messo in cantiere una legge che preveda le necessarie modifiche.

Il Bulgarian Helsinki Committee sollecita la Bulgaria ad attuare rapidamente queste riforme e a presentare entro il 1 dicembre una descrizione di cosa è stato fatto e una scadenza per l'approvazione delle riforme normative richieste.


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