Technologie e Diritti

Intimidazione dei medici non obiettori limita accesso all'aborto in Italia

I medici non obiettori sono estremamente rari in Italia, dove il 70% circa si dichiara obiettore di coscienza. In alcune regioni è quasi impossibile trovare un operatore sanitario disponibile a praticare l'aborto.

by Dóra Görgei
La legge italiana sull'aborto contiene una scappatoia pericolosa, poiché dà la possibilità ai medici di rifiutarsi di praticarlo. L'aborto è quindi consentito sulla carta, ma è quasi impossibile nella pratica e i medici non obiettori sono discriminati, secondo il Consiglio d'Europa.

In Italia, i diritti delle donne vengono sistematicamente violati per via della mancanza di un accesso all'aborto sicuro. L' interruzione volontaria di gravidanza è legale nel paese, ma la stragrande maggioranza dei medici si dichiara “obiettore di coscienza” e rifiuta così di prestare assistenza e di praticarlo.

In altre parole, l'aborto può essere consentito sulla carta, ma è quasi impossibile accedervi.

La violazione del diritto alla salute delle donne non è tuttavia l'unica preoccupazione. I ginecologi e le ostetriche non obiettori in Italia vengono di fatto discriminati e addirittura soggetti a mobbing, c'è chi ha rilevato che “i non obiettori vengono ghettizzati.”

Questa preoccupante situazione è stata condannata dal Consiglio d'Europa in una recente decisione su un ricorso presentato dalla CGIL, il principale sindacato italiano.

Pericolosa “clausola di salvaguardia”

L'interruzione di gravidanza è legale in Italia dal 1978, quando è stata approvata la legge 194, ma l'Italia non è ancora un paese in cui le donne possono accedere all'aborto sicuro.

In teoria, le donne possono decidere di interrompere una gravidanza nelle prime 12 settimane. Tuttavia, la legge 194 prevede una pericolosa scappatoia che consente ai medici di rifiutarsi di praticare l'aborto per motivi religiosi o morali, dichiarandosi “obiettori di coscienza.”

Fino al 70% dei medici italiani sono obiettori di coscienza e in alcune regioni è davvero quasi impossibile trovarne uno che non lo sia (in Molise, Basilicata, Sicilia e Puglia tra il 93% e l'86% dei medici rifiutano di praticare l'aborto).
Perché i medici si rifiutano di praticarlo? La Chiesa Cattolica certamente gioca un ruolo importante a questo proposito. In Italia, l'influenza del Vaticano è sempre stata molto forte, soprattutto sui temi della salute e dell'istruzione; non sorprende quindi scoprire che la Chiesa Cattolica spinge gli ospedali ad assumere ginecologi ed ostetriche obiettori di coscienza.

Aborti clandestini

Le donne italiane che intendono abortire spesso sono obbligate ad andare all'estero o ad aggirare le istituzioni e ricorrere all'aborto illegale. Gli interventi realizzati in segreto sono in crescita e questo è estremamente preoccupante, perché queste situazioni comportano rischi considerevoli per la salute e il benessere delle donne.

I dati ufficiali stimano che ogni anno nel paese vengono praticati circa 15,000 aborti clandestini, ma secondo molti il numero reale sarebbe molto più alto.

Allo stato attuale, il diritto delle donne alla salute e all'autodeterminazione è gravemente compromesso in Italia. Occorre fare molto di più per garantire che le donne che decidono di interrompere una gravidanza siano in grado di farlo in tutta sicurezza e un passo fondamentale è garantire che i medici che decidono di praticare l'aborto non vengano discriminati.

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