Technologie e Diritti

Criticate le leggi britanniche sullo spionaggio

“Non democratiche, inutili e – a lungo andare – intollerabili” sono le parole usate da un critico indipendente per descrivere le leggi britanniche sullo spionaggio.

by Ian McDonald

Liberty supporta la richiesta dell'Independent Reviewer of Terrorism Legislation di una drastica revisione delle leggi sulla sorveglianza di stato nel Regno Unito.

In un rapporto di 300 pagine, David Anderson QC definisce il sistema previsto dal Regulation of Investigatory Powers Act 2000 (RIPA) “non democratico, inutile e – a lungo andare – intollerabile,” e suggerisce di sostituirlo con una nuova legge quadro che possa essere compresa dalla gente e dai parlamentari.

La sua raccomandazione è in aperto contrasto con le ripetute affermazioni che il governo fa dal 2013 secondo cui l'attuale cornice legislativa consentirebbe di tutelare adeguatamente la privacy dei cittadini britannici.

Bisogno di riforme

Liberty da tempo chiede una riforma del RIPA per assicurare che le intrusioni nella privacy siano regolarmente autorizzate e conformi ai principi correlati ai diritti fondamentali della necessità e proporzionalità.

Secondo David Anderson la nuova legge deve:

  • Rispettare gli standard internazionali sui diritti umani ed essere soggetta a tutele chiare e vincolanti, per riflettere l'importanza della Convenzione Europea sui Diritti Umani e della legislazione sui diritti umani.
  • Prevedere un'autorizzazione giudiziaria preventiva per tutte le intercettazioni e le richieste di dati – aspetto su cui Liberty insiste da più di dieci anni. L'autorizzazione dovrà esser data da Commissari Giudiziari di una nuova Independent Surveillance and Intelligence Commission (ISIC). Anderson raccomanda che l'ISIC abbia il potere anche di informare coloro che sono sottoposti a sorveglianza del loro diritto di fare ricorso all'Investigatory Powers Tribunal (IPT), che sorveglia i servizi di sicurezza britannici.

Raccomandazioni

Il rapporto contiene 124 specifiche raccomandazioni, molte delle quali sono in linea con le osservazioni che Liberty ha inviato a Anderson e alle richieste che da tempo fa di un cambiamento. Esso raccomanda:

  • L'IPT dovrebbe poter dichiarare l'incompatibilità con la legge sui diritti umani e le sue sentenze dovrebbero poter essere oggetto di ricorso in cassazione.
  • Il Computer Network Exploitation (CNE, o hacking) dovrebbe essere regolamentato.
  • Mentre il funzionamento dei servizi segreti deve restare segreto, l'attività di spionaggio intrusivo dovrebbe essere resa pubblica.

Anderson sostiene inoltre che non è stata ancora data prova di funzionamento della Snooper's Charter e ne contesta l'illegittimità, l'intrusività e i costi di applicazione – un duro colpo per i futuri programmi del segretario di stato di ampliare i poteri previsti dall'Investigatory Powers Bill. Come lui rileva, nessun altro paese UE o del Commonwealth prevede la conservazione generalizzata dei blog e una legge australiana di recente lo ha espressamente proibito.

Il rapporto conferma anche che le agenzie non sono alla ricerca di un asso nella manica per sottoporre il potere di criptazione al controllo dello stato – apparentemente in aperta contraddizione con i commenti fatti dal primo ministro a gennaio.

Raccolta dati

In maniera più deludente, Anderson suggerisce che “la raccolta dati” di comunicazioni da e verso il Regno Unito – dovrebbe continuare ad essere soggetta a “maggior tutela,” e raccomanda di mantenere la capacità di conservazione dei dati obbligatori nell'ambito del Data Retention e Investigatory Powers Act 2014 (DRIPA).

Il rapporto presenta sei studi di caso di agenzie che cercano di giustificare l'intercettazione di massa. Tuttavia, per via delle informazioni vaghe e limitate, è impossibile valutare se i risultati in termini di sicurezza avrebbero potuto essere raggiunti facendo ricorso ad operazioni mirate e circoscritte di sorveglianza intrusiva a disposizione delle agenzie.

Sebbene Liberty non metta in discussione l'uso e la rilevanza dei poteri di sorveglianza intrusiva di per sé, riteniamo che l'intercettazione di comunicazioni di massa e la conservazione dei dati siano illegali, inutili e sproporzionate. Liberty sta al momento mettendo in discussione la legittimità dell'intercettazione di massa di fronte alla Corte Europea dei Diritti Umani, rappresentando i parlamentari e David Davis nella loro causa contro il DRIPA.

Shami Chakrabarti, direttore di Liberty, ha dichiarato:

"Questo accurato rapporto è in netto contrasto con il tentativo di insabbiamento difensivo da parte del Comitato per l'Intelligence e la Sicurezza della passata Legislatura. Da anni Liberty si batte per le garanzie giudiziarie e per il superamento della Snooper's Charter. Sebbene non condividiamo tutte le sue conclusioni, l'intervento di Anderson potrebbe essere l'inizio della ricostruzione di una fiducia dell'opinione pubblica verso un sistema di sorveglianza che sia rispettoso della privacy, della democrazia e della legge. E' una rivendicazione del coraggio di Edward Snowden.”
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