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Ex capo dell'Agenzia Bulgara per i Rifugiati riconfermato senza gara

L'ex presidente dell'Agenzia di Stato per i Rifugiati è stato riconfermato senza una regolare procedura di selezione. Cittadini e organizzazioni protestano per la nomina, ricordando la crisi umanitaria che la sua amministrazione ha permesso nel 2013.

by Bulgarian Helsinki Committee

Il Primo Ministro bulgaro Boyko Borisov ha rinominato Nikola Kazakov presidente dell'Agenzia di Stato per i Rifugiati senza una regolare procedura di selezione o un confronto con il Consiglio dei Ministri. Kazarov aveva presieduto l'agenzia anche durante il primo mandato del partito al governo GERB, quando lo stato aveva dimostrato di essere totalmente impreparato ad affrontare l'ondata di rifugiati.

L'operato di quell'epoca dell'agenzia è oggetto di un'indagine della procura. L'Agenzia Ispettiva delle Finanze Pubbliche Bulgara (PFIA) ha riscontrato violazioni nella gestione di appalti pubblici per un ammontare di 261,083 leva (pari a circa 130,000 euro).

La nomina ha provocato l'indignazione di cittadini, volontari, attivisti e organizzazioni.

“Sotto la guida di Kazakov, la gestione dei rifugiati ha lasciato che si realizzasse la peggiore crisi umanitaria della storia della Bulgaria relativamente all'offerta di protezione internazionale, tanto che organismi locali, europei e internazionali affermano unanimemente che i rifugiati sono stati trattati in maniera inumana e degradante,” ha dichiarato il Bulgarian Helsinki Committee (BHC).

Il gruppo informale Amici dei Rifugiati ha inviato una lettera al Primo Ministro Boyko Borisov e al Vice Primo Ministro Meglena Kuneva chiedendo una procedura trasparente per la selezione di un nuovo presidente dell'agenzia.

“Da più di un anno, grazie all'aiuto attivo di autorità e organizzazioni, governi esteri e istituzioni dell'Unione Europea si sta lottando contro le conseguenze dell'operato di Kazarov. Questo reincarico significa che il governo consente di ripetere errori passati anziché correggerli,” ha affermato BHC, sollecitando il governo a realizzare una procedura trasparente per la selezione di un nuovo presidente.

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